A bordo di un’auto, ha investito il quattordicenne Chris Obeng Abom, ed è scappato senza prestargli soccorso.
I medici dicono che si sarebbe salvato se fosse stato trasferito subito in ospedale, ma così non è stato. Per questa ragione è morto, portando via con sé il sogno di diventare un calciatore.
In meno di ventiquattr’ore i carabinieri di Negrar di Valpolicella, dov’è avvenuto l’incidente, e del Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Caprino Veronese, hanno trovato il conducente del veicolo.
Chi è il pirata della strada che ha investito Chris
Si tratta di un trentanovenne del posto, operaio di professione, con piccoli precedenti per spaccio di stupefacenti e guida in stato di ebrezza. Ad incastrarlo sono stati i filmati delle telecamere di videosorveglianza del Comune, che i carabinieri avevano acquisito per effettuare le indagini. Per formulare l’ipotesi di reato sono stati utili anche i detriti dell’auto trovati sull’asfalto dagli investigatori.
L’uomo è stato denunciato a piede libero per omicidio stradale, fuga e omissione di soccorso. Verrà sottoposto a test alcolemici e tossicologici. L’incidente è avvenuto lunedì 31 luglio in via San Vito a Negrar, in Valpolicella, in provincia di Verona, lungo la strada provinciale 12 dell’Aquilio.
Chris avrebbe compiuto quattordici anni a settembre, da quattro frequentava la Polisportiva Negrar, giocava a calcio e il suo sogno era diventare un campione in questo sport. Al momento dello schianto stava tornando a casa dopo un allenamento. Chris è nato in Italia da una famiglia di origine ghanese, residente a Negrar.
Quando è stato trovato riverso sull’asfalto da un passante che ha finalmente chiamato il 118, il quattordicenne è stato portato d’urgenza all’ospedale Borgo Trento di Verona. Le sue condizioni di salute erano già troppo grave ed è morto poche ore dopo.
I medici: “Poteva essere salvato se fosse stato soccorso”
“Poteva essere salvato se fosse stato soccorso” subito dopo l’incidente. Lo hanno fatto sapere i medici della terapia intensiva e di emergenza dell’Azienda ospedaliera universitaria di Verona. Secondo i sanitari, le lesioni riportate dal giovane non sarebbero da sole “compatibili con il decesso”, che invece sarebbe stato causato da un “arresto cardiaco per ipossia da schiacciamento”. In poche parole, il quattordicenne è rimasto troppo tempo sull’asfalto e in quell’arco di tempo, se fosse stato soccorso si sarebbe salvato. Invece potrebbe essere risultato fatale.