Reddito di cittadinanza: maggioranza e opposizione si scontrano dopo che 169 famiglie italiane hanno ricevuto un sms da parte dell’Inps, che le ha avvisate che presto perderanno il sussidio.
Ieri mattina a Napoli un gruppo di cittadini ha presidiato la sede dell’Istituto previdenziale. Maggioranza e governo vanno dritti per la propria strada: “È l’opposizione che polemizza, noi siamo sempre stati molto lineari”, spiega ai microfoni di Notizie.com Erica Mazzetti, nella Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici per Forza Italia.
“Nel programma elettorale abbiamo scritto che così com’era il rdc non andava più bene. Ci sono tanti imprenditori che hanno difficoltà a trovare personale. Nella legge di Bilancio abbiamo rispettato quanto annunciato. Continueremo a dare un sostegno a chi non è occupabile e anzi, forse dovremmo aumentarlo. Non lasceremo i poveri per strada, ma chi ha la capacità fisica di lavorare, deve farlo”.
Il sistema lavoro non ha di certo aiutato nell’inserimento di persone nel mondo del lavoro. Insieme con il rdc era stata istituita la figura dei navigator, che di fatto non hanno mai svolto la loro mansione, anche perché poco dopo essere stati assunti è arrivata la pandemia.
“La pandemia è una scusante. Tutti hanno continuato a lavorare anche in smart working, e ad un certo punto le misure sono anche rallentate. Il sistema non ha funzionato, lo avevamo detto quando eravamo all’opposizione e anche nel governo Draghi. In campagna elettorale abbiamo detto che lo avremmo abolito e ora lo stiamo facendo”;
Anche se il rdc è stato abolito, resta il fatto che i centri per l’impiego non sono un tramite efficiente tra aziende e potenziale personale.
“I centri per l’impiego vanno rivisti, sia quelli pubblici che privati. A sinistra, il Movimento 5 Stelle che ha poco da dire, fomenta queste persone. Capisco che siano disperate, ma come ho detto ci sono tanti imprenditori che cercano personale. Hanno avuto nove mesi per formarsi, e se sono sono state sul divano ad aspettare una proroga, hanno sbagliato. Ecco, forse la sinistra e i sindacati, che almeno a parole difendono gli operai, dovevano creare le condizioni affinché queste persone si formassero”;
Comuni e servizi sociali hanno chiesto chiarezza sul da farsi. Questa mattina hanno le idee più chiare?
“I sindaci sono i referenti più vicini al cittadino, quindi è normale che in questi casi le persona vadano a bussare al le loro porte, soprattutto nelle città più piccole. Sicuramente lo Stato non abbandonerà le istituzioni locali. Il governo con la legge di Bilancio e nei vari decreti ha già abbassato il cuneo fiscale. Il nostro obiettivo non è dare bonus ai cittadini che non hanno voglia di lavorare, ma aumentare i posti di lavoro. Questo si può fare solo abbassando il costo del lavoro agli imprenditori e mettendo in campo politiche industriali”;
L’esecutivo starebbe valutando di far partire l’assegno di supporto alla formazione e al lavoro, non dopo l’inizio del corso ma dopo gli adempimenti formali.
“È giusto, ben vengano tutte le opportunità e gli strumenti che istituzioni pubbliche e private vogliano mettere in campo per creare lavoro. L’incentivo più grosso viene da tutte le opere infrastrutturali che devono partire e che hanno bisogno di personale formato. Nell’ultimo decennio la formazione è stata abbandonata. Allo stesso modo c’è da occuparsi del fatto che sempre più ragazzi escono dalla scuola e dall’università ma non trovano lavoro. Contestualmente ci sono attività turistiche, manifatturiere, informatiche, che cercano personale e non lo trovano. Pensiamo anche all’edilizia e alle infrastrutture: le aziende sono disperate perché non trovato personale e non si sa come fare le opere del Pnrr”.