Il rinvio della discussione a settembre della proposta di legge sul salario minimo delle opposizioni verrà votata alla Camera la prossima settimana.
“È prerogativa della maggioranza presentare una proposta di rinvio per spostare la discussione. Hanno i numeri, dunque la voteranno”, dichiara ai microfoni di Notizie.com Arturo Scotto, capogruppo Pd in Commissione lavoro alla Camera dei Deputati.
“Però è sintomo di difficoltà politica: pensavano di votare l’emendamento soppressivo del salario minimo in 20 minuti, ma poi hanno dovuto confrontarsi con un’opposizione coesa sul piano politico e granitica sul piano tattico, che ha impedito di votare l’emendamento. Dunque, in Aula è arrivato il testo base delle opposizioni senza che la Commissione abbia votato. Ci troviamo di fronte a un nostro successo: per la prima volta la destra insegue attorno a un tema che incrocia la vita reale di milioni di persone, ed è costretta a confrontarsi con la prima grande emergenza di questo Paese: il lavoro povero”, aggiunge.
“Contesto l’idea che sul lavoro povero abbiamo un obiettivo condiviso con la destra. Nel dl lavoro hanno liberalizzato i contratti a termine, allargato l’uso dei voucher, introdotto misure gravissime come quelle sui lavoratori delle piattaforme, dove viene negata qualsiasi forma di trasparenza sui contratti, l’organizzazione professionale, le ore lavorate. Non mi pare che la destra abbia in testa il sostegno al lavoro povero. Al contrario, sembra che abbia in testa l’idea di competizione su scala globale, fondata su salari bassi e sulla compressione dei diritti dei lavoratori, lo dimostrano tutti gli atti. Inoltre, sul salario minimo non ha una proposta”.
All’accusa della maggioranza secondo cui il Pd avrebbe abbandonato la contrattazione collettiva, Scotto risponde: “Improvvisamente la destra si è convertita sull’idea della contrattazione collettiva, ma al momento non mi pare ci siano atti che vanno a favore di quest’ultima. E penso a una legge sulla rappresentanza, che spazzi via i contratti pirata firmati dai sindacati gialli. Siamo alle declamazioni”, e ancora: “Non c’è alcuna contrapposizione tra salario minimo e contrattazione collettiva nazionale. La nostra proposta di legge la rafforza, mettendo al centro i contratti comparativamente più rappresentativi. Poi ci sono altri elementi di certezza”.
Uno di questi, secondo il deputato, è che “il salario minimo in Europa non è alternativo alla contrattazione collettiva. Altrimenti bisognerebbe sostenere che la Germania – che ha il salario minimo e anche il sindacato più forte d’Europa – ha indebolito la contrattazione. Non è vero, anzi al contrario, il sindacato contratta meglio. Basti vedere l’accordo del 18 novembre 2022 per quasi 4 milioni di lavoratori metalmeccanici, che introduce un aumento salariale dell’8,5%. Quindi che salario minimo e contrattazione collettivi sono contrapposti, è una frottola: la destra ha sempre investito sulla disintermediazione ed oggi fa fatica ad avere un rapporto con i sindacati. Se proprio vogliono rinnovare e rafforzare i contratti, cominciassero da quelli del pubblico impiego: 2,6 milioni di lavoratori continuano ad aspettarlo e parliamo dell’ossatura di questo Paese”.
Una delle criticità rilevate dalla maggioranza alla proposta di legge delle opposizioni, è che la soglia del salario minimo a 9 euro schiaccerebbe al ribasso la dinamica contributiva: “La destra non ha letto la nostra legge, che in realtà aggancia il salario minimo orario ai contratti comparativamente più rappresentativi. È un frusta nelle mani dei sindacati dei lavoratori per trattare meglio. Il problema della destra è che non vuole il salario minimo con la soglia dei 9 euro perché pensa che i contratti debbano continuare a stare sotto questa soglia. Parliamo dei minimi tabellari. La proposta prevede il salario minimo insieme con il trattamento economico complessivo: ferie, malattie, tredicesima, quattordicesima, salario accessorio, il tfr ecc. Dunque è falso che le aziende si fermerebbero alla soglia dei 9 euro. Piuttosto smetterebbero di contrattare sotto questa soglia”.
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