Alle elezioni generali in Spagna il Partito popolare si è attestato al primo posto della competizione con il 33% dei voti.
Tuttavia c’è la possibilità che otterrà il via libera per formare il nuovo esecutivo perché non h ottenuto la maggioranza assoluta. Il secondo partito è il PSOE, che si è fermato al 31,70% delle preferenze.
Le conseguenze del voto in Spagna in Europa
Lo sconfitto in assoluto è il partito di destra Vox, alleato di Fratelli d’Italia in Europa nel partito Ecr. Il premier Pedro Sanchez, per formare la coalizione di centrosinistra potrebbe contare sui partiti indipendentisti catalani Erc e Junts che hanno ottenuto 7 seggi ciascuno.
Mandati di arresto per gli indipendentisti catalani
Ma a mettergli i bastoni tra le ruote ci ha pensato la magistratura. Il procuratore della Corte Suprema ha chiesto al giudice di emettere un mandato di arresto europeo per estradare e imprigionare Carles Puigdemont, ex presidente catalano in esilio, e l’eurodeputato Toni Comin, entrambi esponenti degli indipendentisti. Questo di certo non aiuterà la formazione del nuovo esecutivo.
Quale sarà il futuro della Spagna e come cambieranno gli equilibri della destra europea ora che Vox ha perso molti voti? Notizie.com ne ha parlato in esclusiva con Luca Verzichelli, presidente della Società italiana di Scienza Politica (Sisp) e professore ordinario dell’Università di Siena. Ecco l’intervista:
Cambieranno gli equilibri in Europa tra Vox e Fratelli d’Italia?
“Ci saranno sicuramente delle ripercussioni sul futuro di un fronte di destra sovranista in Europa. L’unico dato di fatto delle elezioni in Spagna dal punto di vista delle conseguenze, è il tracollo delle sfide radicali. La coalizioni di sinistra è stata ridimensionata com’è accaduto con il Movimento 5 Stelle in Italia alle ultime elezioni. Vox invece, ha perso voti e seggi e questo avrà sicuramente delle implicazioni sulla costruzione della destra, tanto più per il parallelismo con l’Italia, dove la premier Giorgia Meloni in Europa è alleata con Vox e fomenta il senso identitario della destra radicale quando interviene nelle loro iniziative, dall’altro fa la moderata in casa”;
Sta dicendo che Meloni potrebbe lasciar perdere Vox in Europa?
“Dopo la morte di Berlusconi, c’è più bisogno di una destra di governo piuttosto che di un partito anti-sistema. Di fronte a questo, l’ipotesi di una convergenza forte alle europee, potrebbe passare in secondo piano. Però abbiamo a che fare con partiti della destra radicale e non possono cambiare improvvisamente. Credo che verrà intrapreso un percorso, anche costoso, tra i due partiti. Nel caso di Vox è probabile che salti la leadership, mentre da parte di Fratelli d’Italia di Meloni e Rassemblement National di Marine Le Pen ci sarà un tentativo di stare in tutte e due le scarpe: cioè da un lato restare un partito radicale, e dall’altro offrire una destra di governo. Meloni l’ha già fatto, Le Pen potrebbe farlo”;
Il mandato di arresto emesso per Carles Puigdemont e Toni Comin cambiano le carte in gioco e aprono nuovi scenari. Si allontana l’ipotesi della rielezione di Sanchez?
“In questo momento siamo quasi allo stesso livello di due giorni fa, quando in Spagna non si era votato. Non so se si voterà presto, ma non sarebbe la prima volta per il Paese. Ma è meglio attendere, perché è vero che si tratta del mondato di arresto nei confronti di uno dei leader indipendentisti più importanti e non è una bella notizia per Sanchez. Ma è anche vero che questa cosa era annunciata. Quando sarà terminato il polverone elettorale, Sanchez ha ancora qualche chance. Ma ci sono anche strade che non escludo”;
Quali?
“La Spagna non ha un passato di governi tecnici come l’Italia. Ma ha una tradizione di molti ministri tecnici che potrebbe mettere d’accordo anche i due partiti maggiori. La vedo difficile dal punto di vista delle posizioni attuali delle due segreterie, ma non escludo che possano mettersi d’accordo per un governo tecnocratico, con un mandato molto preciso di riforme di transizione per tornare alle urne in un anno invece che in pochi mesi”.