Si chiama Worklimate 2.0 ed è il progetto di Inail e Cnr con lo scopo di prevedere lo stress da calore per lo screening dei rischi professionali.
Sul sito worklimate.it ci saranno delle mappe che prevedono, fino a tre giorni, le aree geografiche con i maggiori rischi derivanti dal caldo, che saranno contrassegnato col un bollino rosso.
La scala di pericolo per i lavoratori va dal verde, nessun rischio, al rosso, livello massimo, passando per il giallo e l’arancione che indicano rischio basso e moderato.
Sul sito è disponibile il materiale informativo sui rischi per la salute e anche un vademecum su come e quando fare pause rinfrescanti. E si precisa che la responsabilità di tutelare la salute dei dipendenti, è dei datori di lavoro: “Si ricorda che è compito e cura del datore di lavoro – tramite il Servizio di Prevenzione e Protezione dai rischi – l’individuazione delle procedure specifiche per l’attuazione delle misure ivi descritte, nonché dei ruoli dell’organizzazione aziendale che vi debbono provvedere, e a cui devono essere assegnati unicamente soggetti in possesso di adeguate competenze e poteri, secondo quanto prescritto dal D.lgs. 81/08″.
“Non c’è tempo di discutere di protocolli. Serve subito un decreto legge che protegga i lavoratori dalle temperature elevate e vieti i lavori particolarmente esposti oltre i 33°”. Così, il segretario Uil Pierpaolo Bombardieri sui social.
I sindacati hanno invitato a valutare l’opportunità di sospendere il servizio nelle fasce orarie più calde, tra le 13 e le 16.
Anche il presidente di Confindustria Carlo Bonomi interviene sul tema del caldo che colpisce anche i lavoratori e propone per loro “un protocollo per cassa integrazione e smart working come durante il Covid-19″, ha dichiarato a Start, su Sky TG24.
“Pensare di dover mettere a rischio la propria vita perché si va al lavoro è qualche cosa che devi fa riflettere tutti, non è un tema solo delle associazioni datoriali, è un tema dei sindacati ed è un tema del governo”, ha aggiunto.
Il protocollo, secondo Bonomi, dovrebbe permettere “delle soluzioni straordinarie in questo periodo che possano coprire tutta la platea dei lavoratori”.
Non solo cassa integrazione, ma anche smart working, allargando “di nuovo la possibilità di ricorrere a questa tipologia di lavoro, in modo da consentire ai lavoratori di non spostarsi e rimanere proprio le proprie abitazioni”.
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