Due persone sono iscritte nel registro degli indagati nell’inchiesta della Procura di Roma sulla morte del giornalista Andrea Purgatori, aperta dopo la denuncia dei familiari.
Si tratta di due dipendenti di una struttura diagnostica della Capitale e per loro l’accusa è quella di omicidio colposo.
I pubblici ministeri sono in procinto di affidare l’incarico per effettuare l’autopsia, mentre i carabinieri del Nas, su ordine della Procura, stanno acquisendo tutto il materiale, comprese le cartelle cliniche, in tutte le strutture in cui Purgatori è stato in cura per un tumore ai polmoni e alcuni problemi cerebrali.
Le indagini si concentrano proprio su quest’ultima patologia. Andrà chiarito se il giornalista avesse o no metastasi al cervello, come sembrerebbe emerso dalle radiografie nella prima clinica che ha seguito il suo caso. Nelle altre strutture invece, nel corso di successivi accertamenti medici, non sarebbero emerse metastasi.
Il giallo sulle lesioni al cervello
Secondo i medici, come riporta Agi, le lesioni sarebbero state segni di un’ischemia. Nelle scorse ore proprio per questo motivo, i familiari hanno parlato di errore nella diagnosi e di cure sbagliate.
Il primo passo ora è effettuare l’autopsia al corpo di Andrea Purgatori, che probabilmente verrà effettuata lunedì. Se l’esame confermerà la presenza di metastasi, l’indagine potrebbe andare verso l’archiviazione. In caso contrario, si aprirà una battaglia tra medici legali, consulenti e periti.
Intanto i magistrati ascolteranno tutte le persone coinvolte. Tra questi, i medici che dal 24 aprile al 19 luglio hanno seguito il giornalista. I familiari al momento preferiscono non aggiungere altro al comunicato diffuso ieri attraverso l’avvocato Gianfilippo Cau e i colleghi Alessandro e Michele Gentiloni Silveri. Nella nota hanno spiegato che chiedono alla Procura di Roma di accertare “la correttezza della diagnosi refertata a Purgatori in una nota clinica romana e la conseguente necessità delle pesanti terapie a lui prescritte, e se, a causa dei medesimi eventuali errori diagnostici, siano state omesse le cure effettivamente necessarie”. Al giornalista sarebbe stata fatta una pesante radioterapia al cervello.