Ecco come Giorgia Meloni e il ministro degli Esteri Tajani, hanno lavorato in questi mesi con l’Egitto, intensificando i rapporti diplomatici
Da quando Patrick Zaki è stato arrestato in Egitto, in Italia si sono succeduti tre Governi. Prima quello presieduto da Giuseppe Conte, poi quello di Mario Draghi, infine l’esecutivo di Giorgia Meloni. Tutti hanno cercato di gestire una vicenda diplomatica molto complessa, con un Paese considerato fondamentale per gli equilibri del Mediterraneo, e con cui bisogna confrontarsi a tutto campo. L’attuale Premier ha intensificato i rapporti con il presidente Abdel Fattah al Sisi ed ha iniziato a tessere una tela di rapporti istituzionali, che si è chiusa con la grazie concessa all’italiano, che il giorno prima era stato condannato a tre anni di reclusione.
“Con la nostra politica estera abbiamo dato un contributo decisivo per liberare questo giovane studente”, è stata la sintesi del ministro Antonio Tajani, mentre la premier Giorgia Meloni ha tenuto a ringraziare il presidente Abdel Fattah al Sisi, che a novembre scorso aveva incontrato per un vertice sul clima a Sharm el Sheik: in quell’occasione i due trattarono temi fondamentali per entrambi i Paesi: energia, immigrazione, terrorismo e le vicende legato a Zaki e Regeni. Un incontro che è stato seguito da quello di gennaio, con Tajani protagonista, dove si registrò un ulteriore apertura egiziana. Il ministro degli Esteri italiano dopo 4 anni e mezzo, caratterizzati anche da momenti di durissimo attrito tra i due Paesi a causa del brutale omicidio di Regeni, fu protagonista di una missione diplomatica di livello, spingendo per una soluzione positiva del caso Zaki e per una più efficace cooperazione giudiziaria per far luce sull’omicidio Regeni.
La trattativa è proseguita a marzo, con un nuovo viaggio del ministro degli Esteri, che attraverso il lavoro dell’intelligence e dell’Aise, ha discusso il dossier relativo a Zaki. La svolta è arrivata già ieri, dopo il verdetto della giuria che aveva condannato lo studente italiano a tre anni di reclusione. Giorgia Meloni, commentando a caldo la sentenza si era infatti detta “fiduciosa per una soluzione positiva”. Mentre Tajani, nelle ore immediatamente precedenti all’annuncio della grazia, si è limitato ad un sibillino “intelligenti pauca”: un invito ad avere fiducia nel lavoro dietro le quinte del governo. L’interlocuzione con l’Egitto proseguirà a breve. A partire da domenica, in occasione della conferenza internazionale sulle migrazioni organizzata a Roma, alla presenza di capi di Stato e di governo dei Paesi del Mediterraneo.
Giorgia Meloni: “Serenità e successi per Zaki”
“Domani (oggi ndr) Patrick Zaki tornerà in Italia e gli auguro dal profondo del mio cuore una vita di serenità e di successi”, ha annunciato in un videomessaggio la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “Voglio ringraziare il presidente Al Sisi per questo gesto molto importante”, ha detto la premier Meloni nel videomessaggio, sottolineando di non avere “mai smesso di porre la questione” fin dal primo incontro con Al Sisi a novembre e di avere “sempre riscontrato attenzione e disponibilità”. Meloni ha anche ringraziato “l’intelligence e i diplomatici, tanto italiani quanto egiziani, che in questi mesi non hanno mai smesso di lavorare per arrivare alla soluzione auspicata”.
Tajani esulta: “In politica contano i fatti”
“Grazie alla politica estera del Governo abbiamo dato un contributo decisivo per liberare questo giovane studente“, ha affermato invece Tajani. “In politica contano i fatti, i fatti ci sono stati, quindi è arrivata una bella notizia, come ritenevamo sarebbe dovuta arrivare. In politica i risultati non capitano mai a caso”, ha detto il leader della Farnesina. E ancora: “Dalla prima visita che ho fatto in Egitto ho detto, uscendo dall’incontro con al Sisi che ci sarebbe stata un’attenzione positiva per il caso Zaki. Oggi è arrivato un risultato positivo”. L’Italia e la sua diplomazia “hanno avuto un “ruolo determinante, insieme alla nostra intelligence, come ha detto anche il presidente del Consiglio ci siamo mossi fin dall’inizio per cercare di ottenere la grazie per Zaki. Ho ribadito più volte al presidente Al Sisi la necessità di liberare questo giovane ricercatore. Ricordo sempre di essere stato ottimista”, ha continuato il Ministro degli Esteri a Radio 24. “È stato un lavoro corale e alla fine il presidente egiziano ha deciso di concedere la grazia. È una bella notizia per tutti, ora questo giovane ricercatore potrà venire nel nostro paese, lavorare e avere una bella carriera davanti”, ha aggiunto Tajani.
Nessun baratto con Regeni
Sull’ipotesi di un accordo con l’Egitto, che riguardasse anche la vicenda Regeni, Tajani è categorico. “Non c’è nessun baratto, nessuna trattativa sottobanco. Il governo è stato in grado di far tornare un giovane che rischiava di stare ancora un po’ di tempo in carcere”, ha confermato il ministro degli Esteri. “Siamo persone serie, non facciamo baratti di questo tipo”, ha ribadito Tajani, aggiungendo che su Regeni “continueremo a chiedere che si faccia luce sulla vicenda, come abbiamo sempre fatto, abbiamo sempre messo sullo stesso piano le due questioni”. Tajani ha inoltre detto che “il governo ha ottenuto un risultato molto importante e chi pensava che non sarebbe stato in grado di ottenerlo è rimasto un po’ deluso”.
Il Governo esulta per il risultato ottenuto. E si toglie qualche sassolino dalle scarpe: “Di fronte alla notizia della grazia concessa a Patrick Zaki, Elly Schlein non ha l’onestà intellettuale di riconoscere lo straordinario successo politico e diplomatico di Giorgia Meloni, che lei stessa aveva quasi sfidato, chiedendole di battere un colpo dopo la sentenza del tribunale egiziano”, ha commentato Wanda Ferro (FdI), sottosegretaria all’Interno. “Schlein rivendica di essere stata tra le ‘tante e tanti che si sono mobilitati in questi anni per la sua libertà’, ma dimentica di dare merito a chi, anziché fare chiacchiere, ha ottenuto il risultato”.
La gioia di Craxi e La Russa
“Patrick Zaki è finalmente libero, e la notizia riempie il cuore di gioia. A questa soluzione ha fortemente contribuito il governo italiano, che non ha mai smesso di sollecitare, attraverso molteplici canali, un positivo epilogo della vicenda. Un ringraziamento particolare va rivolto alla nostra struttura diplomatica che ha operato in modo esemplare, senza mai perdere la speranza di riportare Patrick a casa, anche quando ciò sembrava impossibile”. Così Stefania Craxi, senatrice di Forza Italia e presidente della Commissione Affari esteri e difesa a Palazzo Madama. Il Presidente del Senato Ignazio La Russa infine, esulta: “La grazia concessa a Patrick Zaki è una notizia bellissima. Un ringraziamento sincero va a tutti coloro che si sono adoperati per questo importante risultato”.