“In questi giorni continueremo a dire che mancano gli autori della strage di Ustica”. A parlare in esclusiva a Notizie.com, è Daria Bonfietti, presidente dell’associazione Familiari Vittime della Strage di Ustica, interpellata per la morte del giornalista, avvenuta questa notte a Roma in ospedale.
“E chissà che qualcuno ora non ascolti con più voglia di trovare delle risposte, oltre alla magistratura”, aggiunge, “Mi riferisco alla politica, al governo e alla diplomazia, che potrebbero darsi un po’ più da fare e magari chiedere risposte agli alleati con più determinazione e voglia di farsi rispondere, come è stato fatto quando abbiamo chiesto che ci venissero consegnati gli autori materiali dell’omicidio di Giulio Regeni”.
Bonfietti ricorda che Purgatori è stato l’unico a volerci vedere chiaro sulla strage di Ustica: “Oggi purtroppo è scomparso un grande giornalista, un grande amico e un grande personaggio del nostro Paese. Fu quello che nell’immediatezza dell’evento della strage di Ustica il 27 giugno del 1980 non accettò le verità ufficiali del cedimento strutturale del DC-9. Quella notte un suo amico militare, da Ciampino gli disse: “Quell’aereo è stato abbattuto, non farti fregare”. Andrea Purgatori, giovane giornalista all’epoca 27enne, cercò di seguire il suo consiglio. Cominciò a lavorare per cercare la verità. Con tanto sforzo e caparbietà, nell’85-86 siamo arrivati a capire che questa battaglia andava fatta. In quegli anni le poche notizie sulla vicenda di Ustica erano tutte di Andrea Purgatori, che ogni tanto raccontava qualcosa in televisione e sul Corriere della Sera, lasciandomi un “tarlo” che mi permise di iniziare la battaglia per la verità”.
“Nel ’99 la verità, io, Andrea Purgatori e tutti quelli che hanno lottato con noi, l’abbiamo conquistata. Un giudice della Repubblica ci ha detto che l’aereo è stato abbattuto all’interno di un episodio di guerra aerea. Questa verità ci era stata nascosta fin dall’inizio e Andrea Purgatori ha contribuito a farla emergere, impedendo di far cadere il muro del silenzio sull’intera vicenda”, aggiunge la presidente dei familiari delle vittime.
“La verità che abbiamo raggiunto non è poca cosa. Ancora non sappiamo chi è stato e chi ha visto. Un giudice della Repubblica ha detto che c’era la presenza di americani, inglesi, francesi, belgi e altri probabilmente libici. Ancora non sappiano chi voleva abbattere chi in quello spazio di cielo, ma sappiamo che è stato abbattuto e non è poco. Andrea stava ancora portando avanti la sua battaglia per la verità, e noi ora continueremo a farla. Il nostro Paese non riesce ancora a farsi dire dagli alleati chi gli ha buttato già un aereo civile. È un problema”.