Dallo scudetto Primavera con la Lazio, al lancio di diversi giocatori in serie A, Bollini ha vinto con l’Under 20 e l’Under 19: Mancini lo stima ed è pronto a puntare su di lui per la promozione in Under 21
Se la Nazionale maggiore ha fallito la qualificazione agli ultimi due Mondiali di calcio, esiste un’Italia che vince e diverte. Se il sogno della squadra Under 20 si è interrotto in finale contro l’Uruguay, la Nazionale Under 19 guidata da Alberto Bollini, ha portato a casa la vittoria nell’Europeo Under 19 disputato a Malta.
Un bel segnale per tutto il movimento italiano. Una vittoria arrivata al termine di un grande cammino, che ha visto gli azzurri giocare un calcio divertente e pratico. L’Italia ha battuto in finale il Portogallo (campione uscente). La stessa nazionale che nella seconda gara del girone aveva rifilato un netto 5-1 agli azzurri. Ma quel match fu caratterizzato da un’ingiusta espulsione che lasciò la nostra Nazionale in inferiorità per tutti i secondi quarantacinque minuti. In parità numerica il risultato era di 1-1, con gli azzurri che erano stati a lungo in vantaggio.
Dopo aver eliminato in semifinale la Spagna (al termine di una vera e propria impresa), gli azzurri hanno battuto anche il Portogallo, grazie ad una rete di Kayode (difensore della Fiorentina) dopo soli diciannove minuti. IL resto della gara ha visto gli azzurri contenere gli attacchi lusitani e sfiorare più volte il raddoppio. La vittoria consacra un gruppo che può rappresentare il futuro della Nazionale, mai così piena di giovani talenti.
Ora starà al Ct Mancini e alla Federazione non disperderli. Due Nazionali giovanili che arrivano in finale nei rispettivi tornei a distanza di meno di un mese, è un segnale che va colto: per il presente e per il futuro. L’Italia Under 19 è formata da giocatori reduci dai campionati Primavera e da qualche sporadica apparizione in serie A. Alla guida degli azzurri c’è un talento come Alberto Bollini, uno dei più bravi addestratori di giovani. Ha lavorato nelle giovanili di Lazio e Fiorentina. Alla guida dei biancocelesti ha vinto uno scudetto Primavera, lanciando giovani che hanno lasciato il segno (su tutti Danilo Cataldi e Balde Keita).
A gennaio del 2014 lasciò la squadra Primavera per seguire Edy Reja sulla panchina della Lazio, lasciando i giovani a Simone Inzaghi. Fu l’inizio della carriera dell’attuale tecnico dell’Inter e la fine della sua storia con i biancocelesti. Seguì Reja a Bergamo, poi Lotito, con il quale non ha mai rescisso il cordone ombelicale, lo ha chiamato alla Salernitana: due stagioni (un derby vinto con l’Avellino grazie ad un gol di Minala al 96′) e il passaggio al Modena, squadra con la quale chiude al primo posto il campionato insieme alla Pergolettese: dopo la sconfitta nello spareggio dice addio ai gialloblu e viene chiamato in Federazione. La panchina dell’Under 19, quella dell’Under 20 (Nazionale con la quale ottiene la vittoria nel Torneo 8 nazioni).
Durante il focolaio Covid diventa tecnico ad interim dell’Under 21, allenando un mix di elementi che provengono dall’Under 20 e dalla categoria più alta, poi il ritorno nell’Under 19, cambiando la panchina con Nunziata. Ora il capolavoro: la vittoria nell’Europeo di categoria e i complimenti di tutta l’Italia calcistica. Con l’addio di Nicolato alla guida dell’Under 21, per Bollini si aprono nuove possibilità. Mancini lo stima, conosce il suo modo di lavorare e sta già spingendo per il passaggio in Under 21. “Questo successo è merito dei ragazzi, del loro lavoro, dello staff, ma anche della filiera del nostro Club Italia, che costruisce dall’Under 15 squadre e calciatori che ci rappresentano a livello internazionale e che maturano per le categorie superiori”, ha dichiarato dopo la vittoria.
Bollini si gode il successo, che potrebbe spalancargli le porte della seconda Nazionale italiana. “Alla base c’è un ottimo lavoro, a cominciare da Maurizio Viscidi che vive per la Federazione, per tutti noi tecnici e per tutti i ragazzi. E poi a monte la Federazione e la sua struttura organizzativa: non ci ha fatto mai mancare nulla, sia il supporto della dirigenza, a cominciare dal Presidente Gravina, che quello della struttura operativa che ci ha messo nelle migliori condizioni di lavorare tutto l’anno”. Un ringraziamento anche all’organizzazione: “Complimenti alla Federazione di Malta per l’organizzazione e anche alla Uefa, è stato un torneo di alto livello e giocato nellemigliori condizioni”. E poi un plauso a se stesso, ma esteso a tanti colleghi: “Sono orgoglioso di aver ottenuto questo successo e lo dedico ai ragazzi e ai tecnici che hanno li hanno fatti crescere negli anni precedenti, stasera (ieri ndr.) hanno vinto anche tutti loro”.
“L’identità di una squadra – ha continuato Bollini – si costruisce piano piano: ci siamo ritrovati a settembre e ogni step ha rappresentato una grande esperienza, per i ragazzi a livello individuale e per il gruppo. Questa è una squadra che non ha mai mollato, e questo è stato il primo ingrediente che ci ha portato al successo, soprattutto quando eravamo in bilico, già dal primo girone. Poi a marzo siamo arrivati alla seconda fase on un mini torneo da giocare in casa della Germania, la favorita per l’Europeo, con tanti ragazzi già nelle prime squadre. Siamo riusciti a batterli a casa loro e poi a vincere un gruppo nel quale c’era anche il Belgio. Ho sempre pensato che quel girone fosse già un mini Europeo vinto”. Dopo il successo della seconda fase Bollini aveva già visto lungo: “Un grande gruppo con un grande cuore e un grande staff che è riuscito a trasformare tutto il negativo in forza e determinazione”. Sul 5-1 subito con il Portogallo, ha aggiunto: “Avevo subito avvisato i ragazzi che dovevamo guadagnarci tutto giorno per giorno, poi il segreto è stato recuperare le energie fisiche e mentali dopo aver perso immeritatamente, perchè quel risultato non era la fotografia del nostro gruppo. In pochi giorni ci siamo inventati alcune cose per dimenticare e voltare pagina, prima della Polonia sembrava che fosse passato un mese dalla gara precedente”
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