L’ex assessore alla Regione Lazio abbandona il Partito Democratico e aderisce in Azione: “Il Pd fa battaglie che interessano poco il Paese”
Da assessore alla salute della Regione Lazio si era messo in evidenza nel momento più complicato della Pandemia, lavorando fianco a fianco con l’allora presidente della Protezione Civile Rocca alla realizzazione degli hub vaccinali. Alessio D’Amato era stato uno dei politici più apprezzati della giunta Zingaretti ed aveva auspicato di sostituirlo alla guida del Lazio. A distanza di un anno, D’Amato e Rocca si sono sfidati per la poltrona di Presidente della Regione Lazio. Un faccia a faccia che si è chiuso con il successo dell’esponente del centrodestra. Per D’Amato si è trattato dell’ultimo appuntamento da esponente del Partito Democratico.
La nomina di Elly Schlein alla segreteria del Partito, la scelta di scendere in piazza al fianco del Movimento 5 Stelle e alcune deviazioni a sinistra della nuova leader Pd, hanno fatto maturare nella testa di D’Amato, la scelta di uscire di scena e trovare in Azione un nuovo approdo. L’ex assessore alla Salute della Regione Lazio, spiega così la sua scelta. “Perché vedo una subalternità alle politiche dei 5Stelle e credo che questo non sia utile se si vuole costruire una alternativa a questo governo di centrodestra”, ha dichiarato in esclusiva ai microfoni di Notizie.com. “Ecco perché ho assunto pubblicamente anche una posizione critica. Devo dire che non ho avuto risposte a quella posizione. Nessuna chiamata e per questo ho deciso di aderire ad Azione. Cambiando percorso all’interno del centrosinistra e con un rafforzamento della componente riformista. Abbiamo bisogno di concretezza su temi importanti come il carovita e la sanità“.
La scelta di D’Amato ha seguito quella di molti altri esponenti del Pd, che non hanno gradito la partecipazione della leader Elly Schlein alla manifestazione organizzata da Giuseppe Conte, oltre allo scivolamento verso l’estrema sinistra del partito. “Io quello che intravedo è una tendenza minoritaria su battaglie importanti che non interessano la gran parte del Paese. Io credo che una forza riformista e progressista si debba caratterizzare innanzitutto per lotte che hanno a che fare contro il caro-vita e l’inflazione che mette in difficoltà il sistema delle piccole e medie imprese e delle famiglie. Questo sia uno degli elementi fondamentali come il rilancio del sistema sanitario pubblico. Ricordo che la richiesta di utilizzare i fondi del Mes per il rafforzamento del sistema sanitario è sempre arrivato da Azione“. D’Amato entra quindi nel partito di Calenda. A breve ci saranno le Europee? Avanzerà la sua candidatura per quell’appuntamento politico? “In realtà al momento non ne abbiamo parlato – conclude Alessio D’Amato ai microfoni di Notizie.com – vedremo più in là”.
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Nel corso della conferenza stampa, con la quale ha annunciato il suo passaggio in Azione, D’Amato ha anche ribadito che la sua scelta potrebbe essere seguita da molti esponenti del Partito Democratico. “Sono molti. Dai messaggi che ricevo sono tanti, è chiaro che non è semplice, ma io penso che nei prossimi mesi ci saranno altre scelte come la mia. Non significa essere in contrapposizione, ma lavorare nel campo del centro-sinistra ma rafforzando il profilo riformista”. Il punto di rottura tra D’Amato e il Pd è stata la sua “subalternità – ha dichiarato-. Io sono cresciuto in un partito in cui il tema delle alleanze era ed è molto importante, ma è altrettanto importante la capacità di indicare la rotta, e se si va dietro ai 5 Stelle io penso che la rotta non è quella di costruire un’alternativa di governo a questo Paese. In maniera leale ho pubblicamente detto – ha concluso D’Amato rispondendo alle domande dei cronisti – che non condividevo alcune iniziative intraprese. Poi ho preso atto del fatto che non c’è nessuna risposta e nessuna chiamata. In politica bisogna prendere atto di queste cose, e lo faccio anche dolorosamente ma in maniera molto consapevole. Ecco perché ho scelto di aderire in Azione: per portare avanti un fronte riformista in questo Paese e per lavorare sulle questioni concrete a partire dalla sanità pubblica”.
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