Gli animalisti esultano per la decisione del Consiglio di Stato che ha sospeso l’abbattimento di Jj4 e Mj5. Ma Fugatti non ci sta. E promette battaglia
Botta e risposta durissimo tra gli animalisti e il presidente della provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti. Il Consiglio di Stato ha accolto la sospensiva per l’abbattimento degli orsi JJ4 e MJ5, una decisione che Enpa, Leidaa e Oipa, hanno commentato con soddisfazione: “Regala fiducia e speranza a quanti si battono per la salvezza degli animali condannati a morte dalla Provincia autonoma di Trento. Siamo soddisfatti. Benché la questione resti sub judice nel merito – osservano le tre organizzazioni – ne escono rafforzate, le ipotesi alternative all’abbattimento, voluto con ossessiva tenacia, ma scarsi argomenti, dal presidente della PAT Fugatti, che sulla pelle degli orsi sta costruendo tutta la sua campagna elettorale per il voto del prossimo ottobre”.
Le associazioni animaliste hanno salutato con ottimismo la decisione del Consiglio di Stato che “però, esclude che Fugatti possa arrivare all’appuntamento con le urne da soddisfatto killer di plantigradi. Per abbattere degli orsi, animali di specie protetta e patrimonio dello Stato, uno dei quali, peraltro, già prigioniero e quindi non più pericoloso, non basta la semplice volontà politica di abbattere, sorretta dal tornaconto elettorale“. Le tre organizzazioni riprendono la delibera del Consiglio di Stato: “Il provvedimento che dispone l’abbattimento dell’animale appare sproporzionato e non coerente con le normative sovrannazionali e nazionali che impongono l’adeguata valutazione di misure intermedie… si può ricorrere alla misura più grave solo ove sia provata, nei l’impossibilità di adottare la misura meno cruenta”.
A sostegno di questa tesi sono arrivate anche le parole dei magistrati: “Proprio in virtù delle lamentate carenze strutturali e nell’asserita situazione emergenziale, era compito dell’Amministrazione quello di valutare ogni misura intermedia tra la libertà e l’abbattimento dell’animale e, quindi, anche l’ipotesi del trasferimento in una struttura diversa da quelle di proprietà della Provincia, eventualmente anche fuori dal territorio nazionale, atteso che, contrariamente a quanto sostenuto dalla difesa appellata e dal Collegio di primo grado, tale misura non presenta caratteristiche “extra ordinem”, trattandosi pur sempre di una forma di captivazione realizzata mediante esternalizzazione”. A tal proposito, “l’amministrazione potrà rivalutare – sussistendone i requisiti – le proposte provenienti dal mondo dell’associazionismo nell’ottica di valorizzazione delle forme di sussidiarietà orizzontale, nel rispetto dei vincoli della Costituzione”.
Lo striscione contro Fugatti: “Arrenditi”
Questa mattina il presidente della Provincia autonoma di Trento si è svegliato con una nuova sorpresa. Uno striscione affisso sulla cancellata della Provincia e a firma Centopercentoanimalisti, che recita: “Fugatti arrenditi”. Un blitz arrivato dopo la sentenza del Consiglio di Stato, che ha sospeso l’abbattimento dell’orsa Jj4, catturata e sulla quale pendeva un’ordinanza di uccisione firmata da Fugatti, dopo l’aggressione del 26enne Andrea Papi, il runner morto su monte Peller.
Fugatti non ci sta e torna alla carica: il presidente della Provincia di Trento, ribatte: “È un’ordinanza che ci lascia perplessi e che ci fa chiedere se valga di più la vita di un animale o quella di un essere umano. Dopo tutto quello che è accaduto, il dolore e il lutto, le preoccupazioni della nostra comunità, mi chiedo se c’è ancora rispetto della vita umana, ma anche nel confronti delle comunità montane trentine, costrette a convivere quotidianamente con la presenza di esemplari pericolosi che mettono a rischio la sicurezza pubblica”.
Fugatti è molto critico nei confronti della decisione del Consiglio di Stato: “Lo spirito dell’ordinanza del Consiglio di Stato è lo stesso di quella che impedì la cattura di JJ4, resasi poi autrice lo scorso aprile di un’aggressione mortale – aggiunge ancora il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti -. Nelle prossime ore analizzeremo in dettaglio ogni risvolto giuridico di quest’ultimo atto, ma al di là di quanto deciso dal Consiglio di Stato posso assicurare che assieme a tutta la giunta continueremo a lavorare per assicurare la massima sicurezza alla comunità trentina, consapevoli e convinti che l’unica via per garantirla appieno sia quella di provvedimenti veloci e puntuali che rendano possibile anche l’abbattimento degli esemplari pericolosi”. Il presidente conferma l’impegno per il piano di contenimento degli esemplari, attualmente all’attenzione del ministero competente, “un piano che riteniamo necessario in quanto le dimensioni del nostro territorio non sono compatibili con il numero di esemplari oggi presenti”.
La protesta degli allevatori: “Bestiame ucciso da orsi e lupi”
Con Fugatti si aggiungono alla protesta gli allevatori trentini, che denunciano numerose perdite di bestiame a causa degli attacchi di orsi e lupi nel Trentino: “Non ci si può chiedere di rinunciare a noi stessi e alla nostra economia in nome di un animalismo che attribuisce al singolo carnivoro gli stessi diritti di una persona umana, senza considerare le immani sofferenze degli altri animali al pascolo. Stiamo vivendo una situazione pesante, drammatica per centinaia di realtà produttive assediate dalla minaccia quotidiana di lupi e orsi”, ha dichiarato il presidente della Federazione degli allevatori del Trentino, Giacomo Broch, commentando i numeri contenuti nel Rapporto grandi carnivori redatto dall’amministrazione autonoma. “Solo l’anno scorso 825 capi di bestiame sono stati attaccati e uccisi dai predatori e per quest’anno le proiezioni sono sullo stesso livello – ha aggiunto Broch -. Il Rapporto carnivori indica inoltre 19 incontri ravvicinati fra uomo e orso solo l’anno scorso e in quattro di queste occasioni l’animale ha rappresentato una minaccia manifestando comportamenti aggressivi”.