Una scelta che fa discutere: con una delibera votata all’unanimità, si è scelto di corrispondere ai capigruppo un’indennità di oltre 1000 euro
Quando si è trattato di votare la delibera, nessuno ha espresso un parere negativo. Pd, Avs e Iv si sono astenuti, gli altri hanno tutti dato l’ok. Montecitorio ha deciso di aumentare gli stipendi ai capigruppo della Camera. La delibera è stata votata all’unanimità dall’Ufficio di presidenza di Montecitorio. Per i presidenti dei nove gruppi parlamentari verrà corrisposta dalla Camera una indennità aggiuntiva. Soldi che si andranno ad aggiungere a quelli già percepiti.
L’aumento sarà identico a quello erogato per i presidenti di commissione: 2.226,92 euro lordi al mese, ovvero 1269,34 euro netti. L’aumento sarà corrisposto, seppur in misura ridotta (la metà) , anche per i presidenti delle due componenti del gruppo parlamentare Misto. Per il 2023 l’indennità aggiuntiva sarà a carico dei bilanci dei singoli gruppi parlamentari. Dal 2024 invece, verrà erogata direttamente dalla Camera, la cui spesa però comunque non aumenterà. Le risorse necessarie per queste nuove indennità saranno prelevate dal contributo concesso dalla Camera ai gruppi parlamentari. E quindi, viene spiegato, l’operazione è ad invarianza di spesa rispetto al bilancio complessivo di Montecitorio. “Non si prevede nessun aumento di spesa per il bilancio della Camera dei Deputati“, sottolinea il questore Paolo Trancassini.
“Con questa indennità, che dovrà essere prelevata dal contributo che viene versato ai gruppi parlamentari, viene riconosciuta l’importanza del ruolo e delle attività dei presidenti dei Gruppi parlamentari. Ribadisco che questa operazione non prevede nessun aumento di spesa, neanche di un centesimo”. Nella delibera viene evidenziato che “l’aumento non comporterà incrementi di spesa, perché nella stessa delibera l’Ufficio di presidenza della Camera stabilisce che a decorrere dall’esercizio 2024 lo stanziamento del capitolo 1000, ‘Indennità dei deputati’, del bilancio della Camera, voce analitica ‘Indennità d’ufficio’, è incrementato di 267.230,40 euro annui. Alla copertura finanziaria dei predetti oneri si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del capitolo 1150, ‘Contributo ai Gruppi parlamentari'”. Inoltre, “in via transitoria, per il periodo dal 1 luglio al 31 dicembre 2023, i Gruppi, a valere sul proprio contributo a carico del bilancio della Camera per il corrente anno, corrispondono ai propri Presidenti e, con riferimento al Gruppo Misto, ai Presidenti delle componenti politiche, l’indennità prevista dalla delibera”, si legge ancora nel testo.
Fratelli d’Italia, Partito Democratico e 5 Stelle dicono no
Tre i capigruppo che hanno deciso di rinunciare all’indennità: Fratelli d’Italia, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Tommaso, Foti, presidente del gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia, dichiara: “L’ufficio di Presidenza della Camera ha stabilito, senza alcun voto contrario, di attribuire ai capigruppo, un’indennità pari a quella percepita dai presidenti di Commissione, la più bassa tra quelle in vigore. Con una sostanziale differenza: quella riconosciuta ai capigruppo non comporta alcun aggravio di spesa al bilancio della Camera. Tuttavia, ritengo che sia giusto lasciare ai destinatari della misura la possibilità di rinunciare alla stessa, cosa che faccio senza difficoltà alcuna”. Stesso ragionamento fatto dal Partito Democratico. “In merito alla decisione dell’Ufficio di Presidenza della Camera, il gruppo del Partito democratico rende noto che la sua capogruppo, Chiara Braga, ha deciso di non avvalersi dell’indennità aggiuntiva”. Lo si legge in un comunicato del gruppo Pd alla Camera dei Deputati.
Anche il Movimento 5Stelle ha rifiutato: “Grazie all’impegno del Movimento 5 Stelle abbiamo evitato spese a carico degli italiani. La proposta alternativa, che il M5S ha fermamente contrastato in collegio dei questori, prevedeva l’introduzione dell’indennità per i capigruppo con costi a carico della Camera e quindi dei cittadini”. Lo afferma Francesco Silvestri, capogruppo M5S alla Camera. “Abbiamo ottenuto una modifica sostanziale – prosegue – spingendo le forze politiche di maggioranza ad accettare lo schema da noi proposto ed a votarlo in Ufficio di Presidenza: le indennità dei capigruppo non devono essere a carico degli italiani ma eventualmente dei gruppi parlamentari. La proposta passata alla Camera è a saldo zero”. “Io, Francesco Silvestri, in linea con la mia storia personale e quella del Movimento 5 Stelle, non mi avvarrò in alcun modo di questo aumento e farò in modo che le risorse, proprio come prima che questa delibera divenisse effettiva, vengano utilizzate per lo svolgimento delle nostre battaglie politiche”.