Il segretario Nazionale della Ugl conferma le parole del Ministro Schillaci: “E’ necessario accelerare per attuare rapidamente riforma della medicina del territorio”
“Bisogna riorganizzare a 360 gradi la sanità italiana” e il Pnrr “destina 15-20 miliardi al settore ma alla salute penso che potevano esserne destinati di più”. Queste le parole di Orazio Schillaci, ministro della Salute, che accende i riflettori su una serie di problemi che riguardano la gestione delle risorse per aiutare la sanità pubblica. “Le ombre lasciate dal Covid sono legate soprattutto alla medicina del territorio, che il Covid ha messo in evidenza, ma i fondi del Pnrr in gran parte sono destinati proprio alla medicina del territorio. Credo – ha continuato Schillaci – che bisogna riorganizzare a 360 gradi la sanità italiana”.
Parole che sono state “sposate” da Gianluca Giuliano, Segretario Nazionale della UGL Salute. “Ha ragione il Ministro della Salute Orazio Schillaci a manifestare rammarico nel sottolineare come nel PNRR, pensato nel 2021 per affrontare l’emergenza pandemica generata dal Covid-19, la sanità risulti come il capitolo meno finanziato”, ha dichiarato il sindacalista. “Proprio su questo argomento – prosegue Giuliano – abbiamo portato all’attenzione del Ministro, in uno dei recenti incontri per discutere delle criticità della sanità italiana, alcune nostre considerazioni. C’è bisogno di un’accelerata visto il grande ritardo nell’attuazione di quanto previsto, per dare ai cittadini risposte concrete e tutelare il diritto alla salute contenuto nella Costituzione con una riforma della medicina del territorio che non può più attendere”.
Giuliano chiede con forza “una maggiore flessibilità nell’attuazione del Piano non tanto e non solo sulla tempistica ma soprattutto sui modelli e asset assistenziali proposti. Serve prevedere progetti pilota di immediata attuazione in ogni Regione in grado di anticipare e sperimentare modelli di assistenza attuabili nell’ambito del ridisegno della assistenza territoriale. Crediamo con forza nello sviluppo della medicina di prossimità che assicuri, specie alle fasce più deboli della popolazione, prestazioni diagnostiche, cure mediche e assistenza sanitaria in grado di fare da barriera e filtro verso gli accessi ai nosocomi”.
I consigli per dare nuova linfa al settore sanitario: “Ripartire dagli operatori”
Secondo il sindacalista, il ruolo degli operatori sanitari deve essere messo in primo piano. “La prevista nascita di 1350 case di comunità, 600 centrali operative territoriali e 400 ospedali di comunità non può prescindere dagli operatori sanitari perché non si costruiscano cattedrali nel deserto, con mura solide ma senza personale in grado di farle funzionare. Anche se non ci sono risorse da indirizzare sul personale serviranno circa 18.350 infermieri, 10.250 unità di personale di supporto 2000 operatori socio-sanitari e 1350 assistenti sociali per rendere le strutture fruibili”. Necessario quindi un lavoro specifico di reclutamento e di sviluppo per gli operatori sanitari, che devono regalare nuova spinta al settore. “Insomma, un esercito di operatori che va reclutato dando impulso alle professioni sanitarie che devono tornare ad essere attrattive per emolumenti, l’Italia resta un fanalino di coda dell’Europa, e sicurezza sul luogo di lavoro. C’è bisogno di uno sforzo condiviso e la UGL Salute ribadisce la sua volontà a essere un soggetto attivo del rilancio del SSN” conclude Gianluca Giuliano