Il capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia: “L’Anm cerca lo scontro. Ma noi andremo avanti con le riforme. Non è mica un reato”.
Lo scontro tra Governo e Magistratura infiamma il dibattito politico e porta nuovamente alla luce un rapporto mai idilliaco. Dopo gli attacchi di Palazzo Chigi, che in una nota avevano accusato la Magistratura di “fare opposizione”, c’è stata la forte replica dell’Anm, che per bocca del presidente Giuseppe Santalucia, ha dichiarato: La magistratura non ha alcuna voglia di alimentare lo scontro, ma quando il livello dello scontro si alza, non possiamo stare in silenzio perche’ il nostro silenzio sarebbe l’impacciato mutismo di chi non sa reagire con fermezza e con garbo a una politica muscolare del governo nei confronti di un organo di garanzia quale siamo noi. Sarebbe un arretramento e noi non arretriamo quando si tratta di difendere i valori della Costituzione”.
Il Presidente dell’Anm ha poi aggiunto: “Noi siamo lontani dal potere e dalle fazioni politiche, la prima forma di garantismo e’ avere rispetto delle prerogative delle istituzioni, come la nostra che e’ fondamentale. Se si e’ garantisti dileggiando le istituzioni non possiamo guardare a questo ‘garantismo’ con rispetto”. Parole che hanno portato ad una nuova e significativa presa di posizione da parte degli esponenti della maggioranza. Su tutti Tommaso Foti, capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, che in una lunga intervista al quotidiano La Stampa, ribadisce il pensiero del Governo.
“Vedo dal comunicato dell’Anm che c’è la ricerca di uno scontro. Condivido quando si dice che ognuno deve rispettare i ruoli dell’altro, ma quando Nordio ha presentato la riforma della giustizia c’è stata un’alzata di scudi sulla base di indiscrezioni che francamente ha poco senso. Sono partiti in quarta“, ha dichiarato Foti, che poi ribadisce: “Sulla critica deve valere un principio di reciprocità, non di esclusività. Altrimenti un potere sarebbe più potere dell’altro”. Foti ha poi paragonato la situazione attuale a quella che Berlusconi ha vissuto negli anni scorsi. “È questo che vogliamo evitare e non si capisce perché si debbano utilizzare parole ed espressioni che hanno un unico fine, quello di esacerbare gli animi. Si può anche non essere d’accordo, ma nella ripartizione dei poteri c’è qualcuno che le riforme le fa e qualcuno che le applica – sottolinea – .Non è mica un reato presentare una riforma della giustizia in Parlamento“.
Il quotidiano torinese incalza poi Foti sulla nota di Palazzo Chigi, chiedendogli se non sia stato proprio il Governo ad alimentar la tensione con quel comunicato: “Dire che stupisce l’iniziativa di un gip dopo che un pm ha chiesto un proscioglimento non è un reato di lesa maestà“, afferma. “Se a settembre Santanchè sarà ancora ministra? Non vedo allo stato ragioni perché non sia così – risponde Foti – . Poi, certo, non ho la sfera di cristallo. Vedo però un’aggressività da parte delle opposizioni che mi lascia molto perplesso: un atteggiamento ossessivo compulsivo che troverebbe ragione di studio non in ambienti politici, ma in altri della scienza”. E in merito alle accuse di stupro rivolte al figlio di La Russa: “Le denunce si possono presentare a carico di tutti, ciò che mi ha stupito è che sia diventata di dominio pubblico in piena fase di indagine. Mi ha disgustato, a prescindere dalla parti in causa”
“Andremo avanti con le riforme”
Foti conclude ribadendo che il Governo andrà avanti con le riforme. “L’art. 70 della Costituzione dice che la funzione legislativa è esercitata dalla Camere. C’è una norma costituzionale che prevede che il giudice è sottoposto solo alla legge. Nella ripartizione dei poteri c’è qualcuno che le riforme le fa e qualcuno che le applica. Non è mica un reato presentare una riforma della giustizia in Parlamento”.