La ministra del Turismo Daniela Santanché, in un’informativa al Senato, ha dichiarato di non aver mai ricevuto avvisi di garanzia sulla vicenda Visibilia.
Poco dopo la conclusione della seduta, la Procura di Milano ha confermato che su di lei è aperta un’indagine per bancarotta e falso in bilancio e che la sua iscrizione nel registro degli indagati non è più secretata.
Ma Santanché ha detto o no la verità? Secondo l’articolo 335 del codice di procedura penale è possibile, in caso di indagini complesse, ritardare per un massimo di tre mesi, la comunicazione dell’iscrizione nel registro degli indagati.
Ne abbiamo parlato con Giovanni Berrino, senatore di Fratelli d’Italia e avvocato di professione.
La ministra Santanché sapeva o no di essere indagata?
“Santanché ha detto la verità. Sono fasi differenti. Il fatto che il fascicolo sia desecretato non corrisponde temporalmente al fatto che l’indagato abbia ricevuto l’avviso di garanzia. La ministra quindi, non sapeva di essere indagata. E c’è uno squilibrio incomprensibile sul fatto che persone esterne alle indagini lo sappiano, mentre non lo sappia l’indagato. Non sapendo di essere indagati, quindi non avendo nominato un difensore, l’avviso di garanzia viene notificato per posta ordinaria e non per pec al difensore. Quindi ci può essere questa differenziazione nei tempi. Poi perché i giornali lo sappiano e l’indagato no, è uno dei temi di cui discutere anche in Commissione giustizia. Ma Santanché non ha mentito”;
Cosa dice l’articolo 335 del codice di procedura penale?
“È sulla notifica che avviene per posta raccomandata. Bisogna vedere quando sia stata mandata. Ma è credibile che la ministra non sapesse di essere indagata perché non era ancora stata raggiunta dall’avviso”;
Dopo l’informativa al Senato della ministra, la Procura di Milano ha confermato che l’indagine è in corso. E che Santanché è altre persone sono indagate per bancarotta e falso in bilancio di Visibilia.
“Ieri sera la Procura di Milano ha detto che è indagata a seguito delle polemiche sorte tra il giornale che già lo sapeva e la ministra che invece non ne era a conoscenza”;
In molti stanno chiedendo alla ministra di dimettersi…
“Ricordo che l’avviso di garanzia non è una condanna e un’indagine non corrisponde a un rinvio a giudizio. Parliamo di fatti che non sono stati commessi nella funzione di ministra e che sono tutti da dimostrare. Io sono contro i processi sommari. Nessuno può dire che la verità è quella che è stata detta finché non è dimostrata e non si trasforma in verità giudiziaria”;
Il Movimento 5 Stelle ha presentato una mozione di sfiducia. Elly Schlein ha fatto sapere che il Pd voterà a favore ed ha invocato le dimissioni di Santanché…
“Sia il Movimento 5 Stelle che il Pd possono tentare di sfruttare la vicenda come meglio credono. Ritengo che sia una mozione di sfiducia destinata a non avere assolutamente i voti. Ognuno fa ciò che vuole politicamente e questa è una questione politica che è differente dai fatti giudiziari. Spiace che si cerchi di trasformare il Parlamento in un’Aula di tribunale, senza che ci siano tutte le procedure che vigono in tribunale: difensori, pm, imputati, testimoni, eccetera”;
La ministra ha parlato di “strumentalizzazione politica”…
“È chiaro. Già le polemiche susseguite agli articoli dei media sono una strumentalizzazione politica. Ognuno si prende la responsabilità di ciò che fa anche politicamente. Io ho fiducia nella magistratura. Se questi fatti sono tutti da dimostrare e se fossero dimostrati, sono al lato dell’attività di ministro e precedenti nel tempo”;
Quindi se fossero dimostrati, Santanché dovrebbe dimettersi?
“I fatti sono tutti da dimostrare, bisogna vedere cosa viene fuori. Ma ad oggi no e mi pare che la maggioranza ieri lo abbia detto in modo compatto”.