Le elezioni europee del 2024 stanno accendendo il dibattito tra i partiti italiani di maggioranza.
Il leader della Lega, vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha proposto di fare una grande coalizione di centrodestra che includa anche le destre di Marine Le Pen (Rassemblement National) e il tedesco Afd.
Ma Forza Italia non ha accolto di buon grado la proposta. Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, leader degli azzurri, esclude un avvicinamento con questi due partiti.
Le tre principali forze politiche italiane di maggioranza, in Europa, si trovano in coalizioni diverse. Fratelli d’Italia è nei Conservatori e Riformisti europei, la Lega in Identità e Democrazia (la stressa di Afd e RN) e Forza Italia è situata nel Partito popolare europeo.
Cosa succederà alle elezioni del nuovo Parlamento europeo? E quali ripercussioni potrebbero esserci nella politica italiana? Ne abbiamo parlato con Raffaele Nevi, vicepresidente vicario di Forza Italia alla Camera.
È d’accordo a fare una coalizione di centrodestra senza Afd e Rassemblement National in Europa?
“Le alleanze in Europa, come in Italia, si fanno con patti chiari e amicizia lunga, cioè con un programma chiaro e condiviso. È impossibile fare un’alleanza con chi teorizza sostanzialmente di indietreggiare rispetto all’integrazione europea che per noi è un valore assoluto. E anzi, bisogna portarla avanti. Vogliamo un’Europa che sia ancora più protagonista sulle sfide che abbiamo davanti come quella dell’immigrazione”;
Cosa allontana il Ppe da Identità e Democrazia?
“Noi chiediamo all’Europa più responsabilità, di aiutare gli Stati membri che ad esempio hanno un grande debito pubblico come l’Italia. L’Afd, vorrei sottolinearlo, teorizza che Stati come il nostro devono rientrare nel debito fino al 60%. In più c’è il posizionamento internazionale: Afd e Rassemblement National hanno contestato le sanzioni alla Russia, l’invio delle armi in Ucraina. Sono da sempre filorussi: ci sono evidenti principi fondamentali incompatibili. Non è una questione di centrodestra e centrosinistra. Noi siamo affezionati al centrodestra e abbiamo una storia e dei principi per i quali combattiamo affinché l’Europa diventi un’istituzione più vicina ai cittadini e il Parlamento europeo abbia un ruolo maggiore, mettendo in secondo piano l’approccio burocratico. Abbiamo fondato la nostra politica su questo e la contestazione principale arriva da Afd e Rassemblement National. Tra l’altro sono loro i primi che non farebbero un’alleanza con il Ppe e con i conservatori, proprio perché alla base c’è questa diversità di vedute inconciliabile. Noi vogliamo fare le cose bene. Cercheremo di prendere più voti possibile per fare in modo che ci sia una maggioranza che guidi le istituzioni europee senza di loro”;
Però la Lega in Italia è il secondo partito…
“Invitiamo la Lega a unirsi a noi nel Partito popolare o nell’Ecr di Giorgia Meloni e abbandonare chi ha valori, idee e programmi in contrasto con i nostri e che portiamo avanti anche a livello nazionale. Come ha detto Tajani, una maggioranza con Salvini è possibile, ma non con Afd e Le Pen. È una questione di linea politica inconciliabile”;
Questo dibattito in corso sulle alleanze in Europa rischia di togliere serenità alla maggioranza?
“Assolutamente no. In Italia abbiamo fatto un patto chiaro con un programma che Giorgia Meloni sta portando avanti con Matteo Salvini e Antonio Tajani e le altre forze di maggioranza. Lo porteremo avanti: da sempre vogliamo evitare governo “in condominio” con la sinistra. Quando lo abbiamo fatto è stato per evitare all’Italia di andare alle elezioni in anticipo e avere problemi rispetto all’economia o altre questioni. Antonio Tajani, quando è diventato presidente del Parlamento europeo, è stato il primo in Europa eletto in una maggioranza senza Pse, Afd e RN. Non c’era neanche la Lega, ma fu uno sbaglio. Era composta da Ppe, Ecr, Renew Europe di Macron, dove però non c’è solo il presidente francese. In Italia non dobbiamo continuare a ragionare guardando le questioni europee nell’ottica della politica nazionale. In Europa è tutto più complicato e contano le posizioni che si esprimono con le quali ci si candida”.