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Riforma del fisco: cosa contiene il disegno di legge delega

La Commissione finanze della Camera ha terminato i lavori per il disegno di legge delega della riforma complessiva del fisco. 

Il testo era arrivato in Parlamento il 23 marzo e potrebbe diventare legge entro fine dicembre 2023. I relatori andranno in Aula lunedì 10 luglio per cominciare la discussione generale e l’intenzione è di non procedere con la questione di fiducia. Intorno al 14 luglio il testo passerà al Senato, che si soffermerà soprattutto sulla parte burocratica, relativa a procedimenti, sanzioni e accertamenti. Quando anche Palazzo Madama avrà terminato, tra il 10 agosto e i primi di settembre, il testo potrebbe già tornare alla Camera. Dopodiché il governo avrà 24 mesi per scrivere i decreti. L’intenzione del viceministro Leo sarebbe quella di terminare entro la fine del 2023. Dopodiché le bozze dei decreti legislativi torneranno alle Commissioni finanze di Camera e Senato.

Riforma del fisco: cosa contiene il disegno di legge delega (Ansa Foto) – ricercaitaliana.it

Ma cosa contiene il disegno di legge delega del fisco? Ne abbiamo parlato con Laura Cavandoli, componente della Commissione finanze alla Camera per la Lega. “Si tratta di temi importanti, perché al Parlamento spetta dare i principi che il governo dovrà rispettare”. 

Il disegno di legge delega, spiega la deputata, “proviene dal ministro delle Finanze Giorgetti e dal viceministro Leo, quindi siamo partiti già da un testo su cui concordavamo. Abbiamo aggiunto qualche puntualizzazione per rispettare alcune proposte che vengono anche dai parlamentari, e che rispondono alle esigenze dei cittadini”. 

Rateazione Irpef

Adesso l’Irpef viene pagata con l’acconto entro il 30 giugno e il saldo al 30 novembre. O con una soluzione o in due. Abbiamo invece previsto la possibilità di una rateazione mensile, sempre opzionale. In questo modo si supera la stangata dei contribuenti soprattutto a novembre con il saldo. In questo modo intendiamo sostenere i cittadini, che non dovranno pagare tutto in due soluzioni”. 

Ires

Abbiamo cercato di ragionare su quello che le imprese chiedono, cioè la possibilità di pagare meno tasse per poter investire nelle loro aziende. Abbiamo previsto il doppio binario dell’Ires, al 24% ordinario e un’esenzione, se vengono fatti determinati investimenti su macchinari, know how, innovazione, che permettano il rilancio dell’attività produttiva e del business dell’azienda. La riduzione dell’Ires è prevista anche nel caso di nuove assunzioni. Per cui, l’azienda che preferisce assumere o investe avrà uno sconto per due anni successivi”;

Superammortamento

Si è data una spinta verso le assunzioni usando la norma del superammortamento, la stessa che viene utilizzata per l’acquisto di materiali e beni innovativi. Come inserito nelle direttive della delega, il governo dovrà legiferare le modalità che lo prevederanno”;

Tredicesima e premi di produttività

Nell’ottica di premiare le assunzioni e agevolare le imprese, abbiamo approvato un emendamento dell’opposizione assolutamente coerente con la visione della maggioranza. Prevede di detassare i premi di produttività e la tredicesima. Verrà tolta una parte di tasse ai lavoratori che si distingueranno per meriti. Questa riduzione è prevista anche nella Legge di bilancio e va anche nell’ottica del decreto Lavoro che abbiamo approvato alla Camera. Prevede una riduzione del cuneo fiscale fino al 6%. Lo scopo è aiutare le imprese e sostenere i lavoratori contro l’inflazione, nonché di premiare quelli che avranno accesso ai premi di produttività”

Beni artistici

Si tratta di una situazione un po’ di nicchia. Il riferimento è ai commercianti d’arte che vengono distinti da quelli che possiedono beni artistici. Siamo partiti da una sentenza della Corte di Cassazione, che ha stabilito che se i beni culturali sono posseduti da una persona, non essendo commercializzati, non devono essere tassati, anche se possono aumentare di valore. Un conto è un commerciante d’arte, un altro è chi compra il bene per sé anche a titolo di collezionismo. Questo provvedimento è importante per due motivi. Il primo è che in Italia ci sono tanti beni artistici, il secondo è riconoscere che se un privato possiede un bene artistico, lo mantiene in vita. La legge delega già prevedeva un’agevolazione di Iva in caso di cessione, perché nei Paesi vicini, ad esempio in Francia, c’è una grande agevolazione per lo scambio di beni artistici. Si sarebbe scatenata quindi, una concorrenza fiscale, col rischio che una volta andato all’estero, l’opera non tornasse più in Italia, perché più conveniente altrove”.

Giovanna Sorrentino

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