Polonia e Ungheria causano uno stallo al Consiglio europeo sul tema migranti e chiedono di emendare le conclusioni del summit.
I due Paesi ritengono il nuovo Patto approvato al Consiglio Affari Interni in Lussemburgo dopo negoziati che non sono stati semplici, sia un tema delicato e che a decidere spetti ai leader. Che hanno deciso all’unanimità.
Lo stop è sulla solidarietà obbligatoria
Tra i temi dibattuti c’è quello della solidarietà obbligatoria. “Il Consiglio europeo conferma che, nel contesto delle misure di solidarietà che sono ugualmente valide, il ricollocamento e il reinsediamento saranno su base volontaria”. Questa la posizione di Polonia e Ungheria, che minerebbe il concetto di solidarietà obbligatoria sul quale si fonda il Patto sui migranti.
Gli altri Paesi cercano una soluzione, anche a costo di eliminare i paragrafi sulla migrazione, limitandosi a “prendere nota” della lettera inviata ai leader alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.
I 27 hanno concordato di tornare a parlarne nella seconda giornata dei lavori, quando oltre che di migrazioni si parlerà di Tunisia, dei rapporti con la Cina e del dossier economia.
Il trilaterale Roma-Varsavia-Budapest
Secondo fonti polacche, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni avrebbe dovuto incontrare i premier di Varsavia e Budapest, Mateus Morawiecki e Viktor Orban. Ricordiamolo, Italia, Polonia e Ungheria militano nello stesso partito in Europa, l’European Conservatives and Reformists. Non c’è, al momento, notizia ufficiale che il trilaterale sia avvenuto. O meglio, pare che i tre si siano incontrati prima di affrontare il Consiglio il tema migranti.