Andrea Cecchini, portavoce di Italia Celere, il sindacato delle Forze di Polizia, in esclusiva per Ricerca italiana: “Città ostaggio dei furbi. Forze dell’ordine depotenziate”
Un’ennesima strage sconvolge il nostro Paese. Un uomo di 41 anni, Alessandro Castellacci, è stato massacrato da più persone, di nazionalità romena, in Piazza a Tivoli, solo per aver chiesto di abbassare il volume della musica. “Non potete fare quello che vi pare, non siete a casa vostra”, avrebbe detto Alessandro. Uno del gruppetto ha reagito intimandogli il silenzio: “Stai zitto”, gli avrebbe detto. Ne è nata una discussione, poi degenerata. “Sembrava che stessero giocando a pallone con la sua testa”, il racconto dei testimoni. L’uomo, dopo giorni di agonia, è morto per le emorragie interne.
“Ormai è una giungla, nell’era della pace e dell’arcobaleno, nell’era del libertinismo e dei likes coi cuoricini sui social siamo nella morsa di delinquenti violenti, ubriachi e drogati”, conferma ai microfoni di Ricercaitaliana.it Andrea Cecchini, portavoce di Italia Celere, il sindacato di Polizia. “Addirittura in Parlamento si espongono striscioni per la liberalizzazione delle droghe. Ma ci rendiamo conto? Ci fosse qualcuno che espone striscioni con slogan a favore della Giustizia! E così escono fuori le “peggiori cose” proprio nella terra di tutti e di nessuno: la strada, la piazza che dovrebbe essere un momento di condivisione e di incontro. La colpa è di tutti, in primis di una politica che continua a pensare solo ai voti, dalla politica comunale a quella nazionale ci fosse una volta che si prendono decisioni per il bene Comune”.
Cecchini è critico nei confronti della politica: “Si è parlato negli anni di Sicurezza Urbana con un decreto legge che è stato campo di battaglia tra fazioni politiche per il solo accaparrarsi la ribalta politica e i consensi. La furbizia di qualcuno ha trionfato – continua il portavoce del principale sindacato di Polizia – Ci fosse un piano serio proposto e attuato dai Comuni per la Sicurezza. Camminando si passa davanti a bar pieni di uomini, la maggior parte stranieri (e questo non è razzismo, ma un dato di fatto), con decine di birre sui tavolini, gente che si alza dalle sedie in condizioni disastrose e umilianti per il genere umano. Le brave persone, le mamme con i bambini, hanno paura a camminare vicino a quei tavolini. E poi ci lamentiamo che i ragazzi non giocano in strada”.
Il ruolo della Polizia
Cecchini tira in ballo l’impossibilità, per le forze dell’ordine, di intervenire. “La legge prevede il reato di ubriachezza, ma tutti si lamentano del fatto che la Polizia non interviene mai. A tutti quelli che ci accusano di non intervenire, dico di non essere ipocriti. Se la Polizia dovesse intervenire, immolandosi per Voi, molti ci manderebbero in galera, gridando ai crimini contro l’umanità. Se per fermare un delinquente ubriaco e armato dovessimo utilizzare il taser, lo sfollagente o le manette, cosa succederebbe? Riprese con i telefonini, video nelle tv, dibattiti politici. Ci sono politici che hanno fatto le proprie fortune con le battaglie contro la Polizia, politici che ogni volta che un Poliziotto sbaglia prendono le prime pagine dei giornali…ci fosse una volta in cui li sento gridare allo scandalo per un poliziotto in ospedale o sotto terra”.
Chiusura dedicata ad un grido di speranza: “Le città sono dei cittadini e non dei politici che vengono e passano, come non sono e non devono essere assolutamente di bande di ubriaconi e drogati. Mai come oggi è necessario consegnare ai cittadini città fruibili ed accessibili a tutti, in primis a chi ha disabilità e menomazioni, città che siano a misura d’uomo e non a misura di questo o quel politico, di questo o quel capo-clan. Solo allora sarà possibile avere la giusta condanna per chi limita la libertà altrui ed uccide. In uno Stato davvero democratico chi, a maggior ragione in bande, si ubriaca e molesta i cittadini deve pagare il suo debito con la Giustizia, altrimenti non ha senso avere tante belle Leggi e non applicarle”.