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Salute

Strage di Ustica verso archiviazione, i familiari: “Sconfitta per tutti. Fu un episodio di guerra aerea, continuare a indagare”

Il 27 giugno del 1980 verrà ricordato per sempre in Italia per la strage di Ustica.

Vide coinvolto un volo di linea IH870 partito da Bologna con quasi due ore di ritardo.  Mancava poco all’atterraggio a Palermo, quando all’improvviso l’aeromobile Douglas DC-9-15 esplose, causando la tragedia, nella quale persero la vita ottantuno persone, tra cui tredici bambini.

La prima ipotesi sulle cause fu quella di un cedimento strutturale dell’aereo. Ma questa tesi non venne confermata da riscontri oggettivi. Venne anche ipotizzata la presenza di una bomba a bordo, ma buona parte degli oblò del DC-9-15 rimase integra, escludendo anche questa tesi.

Strage di Ustica verso archiviazione, i familiari: “Sconfitta per tutti. Fu un episodio di guerra aerea, continuare a indagare” (Ansa Foto) – ricercaitaliana.it

Il caso volle che quella sera vari centri radar fossero spenti per manutenzione. La sera del 27 giugno 1980 nei cieli del mar Tirreno c’era molto traffico aereo e non c’erano solo jet di linea. In quegli anni la tensione internazionale era alta. Quindi non si esclude che possa esserci stata una battaglia aerea, nella quale andò di mezzo il DC-9-15, anche se non c’entrava nulla.

Oggi, le indagini che vennero aperte dalla Procura di Roma nel 2008 vanno verso l’archiviazione. Non c’è ancora un atto formale, ma la strada sembra tracciata.

Ai nostri microfoni, Andrea Benetti, portavoce dell’Associazione parenti vittime della Strage di Ustica. “L’archiviazione sarebbe una sconfitta per tutti ma era nell’aria”, dichiara. “L’indagine è cominciata nel 2008, obiettivamente è passato troppo tempo”. In ogni caso, anche se non è una bella notizia, “almeno metteremmo le carte sul tavolo e capiremmo perché non sono stati trovati elementi nuovi o, se sono stati trovati, perché non sono stati decisivi e quali sono state le difficoltà della magistratura”;

Secondo lei quali potrebbero essere state le difficoltà della magistratura?
La scarsa collaborazione degli Stati alleati che non hanno risposto adeguatamente o non hanno risposto per niente alle rogatorie internazionali. Se si finisse con un’archiviazione, bisognerà riconoscere che sarebbe una sconfitta per l’Italia e per la magistratura. Dopodiché bisognerà capire cosa non è stato trovato, se quello che è stato trovato è abbastanza, quali sono stati gli ostacoli. E partire da questo per vedere se c’è la possibilità di andare avanti. Il delitto di strage non si cancella, quindi le indagini possono sempre essere riaperte”;

Come si vive per 43 anni senza verità?
Si vive con un grande tormento, sia come persone sia come cittadini. C’è il dolore di aver perso gli affetti e la ragione. C’è la consapevolezza che depistaggi e tradimenti hanno sopravanzato il nostro desiderio di verità. I parenti delle vittime ormai si sono messi su questa strada e vogliono continuare con dolore e sacrificio. Ma il tormento riguarda anche l’essere cittadini, perché la verità su Ustica è anche un problema di dignità nazionale. Non è concepibile che in tempo di pace, un aereo civile venga abbattuto in un episodio di guerra aerea che viola i confini della patria. Una guerra non dichiarata che offende i diritti di tutti. Quindi ci deve essere una consapevolezza collettiva”;

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha omaggiato le vittime…
Io ringrazio il presidente della Repubblica per il suo messaggio. Ha parlato chiaramente dei tradimenti, di quello che non è stato fatto e di quello che bisogna ancora fare, che è nel diritto della Nazione”;

Il Capo dello Stato parla ancora di ricerca della verità, dice di non desistere. Secondo lei è ancora possibile conoscere la verità su quella notte?
Io credo che la verità sia sempre possibile da trovare. Le verità sono difficili, bisogna andare a cercare, bisogna scavare e bisogna riflettere e impegnarsi. Ci sono tanti fatti che dicono che le verità nel mondo non sono state trovate, ma questo non deve essere l’alibi per dire che si rinuncia alla verità. Questa va cercata con tutte le forze, anche mettendo in riga quello che non ha funzionato”;

Qual è la vostra verità?
C’è una sola verità. Il DC-9 è stato abbattuto all’interno di un episodio di guerra aerea. Non ci sono altre ipotesi. Questo è il punto fermo intorno al quale ragionare e chiedere verità. Bisogna capire che quell’episodio di guerra aerea non fu casuale, ma si stava preparando qualcosa di indicibile che bisogna avere la forza di far dire. Sappiamo che ci sono operazioni che si fanno sotto i tavoli e non si può accettare che non venga fuori la verità. C’è un tradimento da parte di tutti quelli che sanno e non parlano”;

Da quali punti bisognerebbe partire?
L’episodio era chiaro fin da subito. Nelle registrazioni di quella notte si parla chiaramente di aerei attorno al DC-9, di pericolo e si cercava una portaerei. E si cercava disperatamente l’ambasciata americana. Sappiamo di un incontro incredibile nell’ambasciata americana: non è possibile che “per caso” sia stata fatta una riunione per un aereo italiano caduto in acque italiane con a bordo passeggeri italiani. Nei documenti, che ancora facciamo fatica a recuperare, si parla di un fatto traumatico ed esplosivo. Di questo non si è voluto parlare, si è coperto tutto, hanno fatto fallire Itavia, mandando sul lastrico tante persone. Ci sono voluti 19 anni per arrivare a dire che fu un episodio di guerra aerea. A partire da questo bisogna avere la forza di continuare a muoversi”.

Giovanna Sorrentino

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