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43 anni dalla strage di Ustica: il mistero del 27 giugno 1980

Sono trascorsi quarantatre anni dalla strage di Ustica, nella quale persero la vita ottantuno persone, di cui tredici bambini. 

Vide coinvolto il volo di linea IH870 partito da Bologna con quasi due ore di ritardo e mancava poco all’atterraggio a Palermo, quando all’improvviso l’aeromobile Douglas DC-9-15 esplose, causando la tragedia.

Strage di Ustica: la verità mai raggiunta

43 anni dalla strage di Ustica: il mistero del 27 giugno 1980 (Ansa Foto) – ricercaitaliana.it

Da allora, nonostante le tante ipotesi per raggiungere la verità, non si è mai arrivati a una versione ufficialmente accettata delle cause. Quello che si sa è che il DC-9-15 della compagnia Itavia si trovò nel momento sbagliato al posto sbagliato. Una delle tesi è che sia stato abbattuto per errore, ma non si sa da chi.

Alle 20.59 risaliva l’ultimo contatto radio con il Centro di controllo d’aerea di Roma, quando l’aereo di trovava al sud della capitale e iniziò a sorvolare il mar Tirreno. Alle 21.04, quando venne chiamato per l’autorizzazione di inizio discesa a Palermo, dove doveva arrivare alle 21.13, il volo IH870 non rispondeva.

L’operatore di Roma continuava a chiamare senza ricevere risposte. Si rivolse anche ai voli dell’Air Malta che seguivano la stessa rotta, ma senza successo. Alle 21.25 scattarono le operazioni di ricerca e soccorso, sempre senza esito.

Il giorno dopo raffiorarono dall’acqua parti del relitto e alcuni cadaveri, non lontano dall’isola di Ustica, al sud di Ponza. Il veicolo si disintegrò e finì in fondo al mare. Non ci furono sopravvissuti tra i 77 passeggeri e i 4 membri dell’equipaggio.

Le varie ipotesi

La prima ipotesi fu quella di un cedimento strutturale dell’aereo. Ma questa tesi non venne confermata da riscontri oggettivi. Venne anche ipotizzata la presenza di una bomba a bordo, ma buona parte degli oblò del DC-9-15 rimase integra, escludendo anche questa tesi.

Il caso volle che quella sera vari centri radar erano spenti per manutenzione. La sera del 27 giugno 1980 nei cieli del mar Tirreno c’era molto traffico aereo e non c’erano solo jet di linea. In quegli anni la tensione internazionale era alta. Quindi non si esclude che possa esserci stata una battaglia aerea, nella quale andò di mezzo il DC-9-15, anche se non c’entrava nulla.

Mattarella: “Pagina buia, verità mai raggiunta”

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato la tragedia: “La sera del 27 giugno di 43 anni or sono, venne scritta una delle pagine più dolorose e buie della nostra recente storia. Un aereo di linea in viaggio da Bologna a Palermo, con 81 persone a bordo, di cui 13 bambini, precipitò nel mare vicino Ustica senza lasciare scampo a nessuno. Fu una tragedia immane. La Repubblica è vicina ai familiari delle vittime ed è partecipe del loro insuperabile dolore. La memoria continua a sollecitare solidarietà e impegno comune”. 

E ha aggiunto: “Quando avvenne la tragedia, una cappa oscurò circostanze e responsabilità. Fu difficile aprire i varchi alla verità sulla strage, anche a causa di opacità e ambiguità. L’impegno dei familiari è stato prezioso”. 

Il Capo dello Stato ha concluso: “Alla loro tenacia e alla professionalità di donne e uomini delle istituzioni si devono i passi avanti compiuti per smentire l’ipotesi iniziale di un cedimento strutturale del veicolo e ricostruire la dinamica degli eventi. Una completa verità non è stata pienamente raggiunta nelle sedi proprio e questo rappresenta ancora una ferita per la sensibilità dei cittadini. I risultati ottenuti spingono a non desistere, a ricercare i tasselli mancanti, a superare le contraddizioni e rispondere così al bisogno di verità e giustizia”. 

Angelo Bianco

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