33 anni fa una bambina di sei anni scomparve nel nulla a Palermo. Oggi la famiglia è scossa da una telefonata: “Sono io Santina”. Scattano i test del Dna
A distanza di trenta tre anni si accende una clamorosa e inattesa speranza per i familiari di Santina Renda, scomparsa in Sicilia nel 1990 quando aveva solo sei anni. Una vicenda salita agli onori della cronaca e che ha catalizzato l’attenzione dell’opinione pubblica per diversi anni. Figlia del quartiere San Giovanni Apostolo di Palermo, all’epoca chiamato ancor ‘Cep’, Santina è scomparsa il pomeriggio del 23 marzo 1990 mentre giocava con le sorelline.
Da quel momento di lei non se ne seppe più nulla. Numerose le segnalazioni, gli avvistamenti e le piste seguite dalla Magistratura in questi anni. Nessuna ha portato alla soluzione del caso. Il suo volto è stato per anni sulle prime pagine dei giornali, sui manifestati attaccati per le strade e sulle bottiglie del latte vendute negli alimentari. Oggi, a distanza di 33 anni dalla sua scomparsa, una donna si sarebbe riconosciuta nell’immagine di Santina. E avrebbe contattato la famiglia attraverso i legali.
“Una donna che vive in Germania si è riconosciuta nella foto di Santina Renda”, ha dichiarato l’avvocato Luigi Ferrandino, che assiste la famiglia Renda. Pochi giorni fa l’associazione Manisco World, da sempre in prima fila nella ricerca delle persone scomparse, ha diffuso un’immagine ricostruita di Santina: una age progression che mostra il volto che oggi (giorno in cui compirebbe quaranta anni) potrebbe avere. “Una bizzarra coincidenza. – continua l’avvocato a Il Giornale – Speriamo di ricevere quanto prima il Dna, così da poterlo comparare con quello dei genitori di Santina”.
La quarantenne che vive in Germania avrebbe visto la ricostruzione dell’immagine attuale di Santina e avrebbe trovato numerosi punti in comune. A quel punto ha alzato il telefono e ha chiamato in prima persona i responsabili dell’Associazione Manisco Word: “Ho visto la foto di Santina. Potrei essere io”, ha detto. “La signora, che sostiene di essere stata adottata, ha detto di aver notato delle forti somiglianze tra lei e la bimba palermitana. – racconta il legale della famiglia Renda – Al punto da decidere di chiamare immediatamente l’associazione. Informato della segnalazione, ho chiesto se fosse disponibile a fornirci il suo Dna: lei ha subito accettato”.
La donna ha parlato con il legale e con i tecnici che le anno spiegato come raccogliere, conservare e inviare il proprio materiale biologico, che servirà per confermare od escludere che si tratti proprio della stessa bimba scomparsa nel 1990. “Le abbiamo spiegato passo per passo come procedere. – spiega l’avvocato – Nelle prossime settimane il materiale genetico dovrebbe giungere a Roma, presso il laboratorio della dottoressa Marina Baldi. Dopo aver estratto il Dna, si procederà al confronto con il profilo della madre di Santina. Nel frattempo l’avvocato Giorgia Bagnasco, una collega del mio studio, ha preso contatti con la Procura della Repubblica di Palermo per informare la magistratura di alcune attività investigative svolte in proprio e che, ci auspichiamo, possano far ripartire le indagini”.
Santina Renda scomparve da Palermo il 23 marzo del 1990. Mentre l’Italia si appresta ad organizzare i Mondiali di calcio e la guerra del Golfo è in corso di svolgimento, il Paese è scosso dalla vicenda della bimba palermitana, che sparisce nel nulla dopo aver passato un intero pomeriggio a giocare con la sorellina Francesca e altri bambini, in via Pietro dell’Aquila, a pochi passi da casa. Alle 16, dopo lunghe ricerche e temendo che si fosse smarrita o si fosse messa nei guai giocando, i genitori danno l’allarme. Inizia una lunga serie di accertamenti, piste e strade battute con forza che purtroppo non hanno portato a nessuna soluzione: dal sequestro di persona al rapimento per l’esportazione degli organi, dalla compravendita di bambini al sequestro per mano dei Rom, un vero e proprio spauracchio di quegli anni. Lo scorso anno ci fu una nuova segnalazione (poi smentita). Ora a distanza di 33 anni la telefonata della donna tedesca riaccende le speranze di ritrovare Santina. “Ci potrebbero volere circa 10-15 giorni per conoscere l’esito degli accertamenti sul Dna. – conclude Ferrandino – Ci auguriamo che stavolta ci sia un lieto fine”
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