Il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca si dimetterà dalla presidenza della Croce Rossa internazionale e dalla Mezzaluna Rossa.
La decisione, presa con “rammarico”, è legata al ruolo istituzionale che Rocca ricopre e alle polemiche per il mancato patrocinio della Regione Lazio al Gay Pride di Roma.
Perché Francesco Rocca si dimette dalla Croce Rossa
La notizia arriva all’Ansa dagli ambienti della Croce Rossa Internazionale. Rocca avrebbe annunciato l’intenzione di dimettersi in una lettera già inviata alle organizzazioni del 192 Paesi membri e alla segreteria di Federazione.
Nelle scorse settimane il presidente della Regione Lazio aveva assecondato la protesta della Onlus Pro Vita, ritirando il patrocinio della Regione Lazio al Gay Pride di Roma che si è svolto il 10 giugno.
Ogni sua decisione, avrebbe dichiarato Rocca, “può essere strumentalizzata in buona o cattiva fede e mette a rischio il prestigio” della Croce Rossa.
Rocca a Il Messaggero: “Resto sempre un volontario della Croce Rossa”
In un’intervista al quotidiano Il Messaggero, Rocca spiega le motivazioni della sua decisione: “Mi sono dimesso dal ruolo di presidente ma non dalla Croce Rossa, di cui rimango sempre un volontario. Ho preso questa decisione con dolore ma anche con grande senso di responsabilità”.
“Voglio evitare che le mie decisioni politiche e in generale la mia attività alla guida della Regione possano creare confusione in una istituzione a me carissima, che è presente in 192 Paesi del mondo e che deve sempre godere della fiducia di tutti”, ha aggiunto nell’intervista al Messaggero.
“Sul Pride, caduto nella manipolazione del portavoce della manifestazione”
La vicenda del mancato patrocinio, aggiunge Rocca, “mi ha fatto riflettere. Io avevo dato il patrocinio, ma sono caduto nella manipolazione del portavoce di quella manifestazione. Mi hanno fatto passare per un nemico dei diritti civili, compresi quelli Lgbt, quando io invece li ho sempre sostenuti e difesi sia in Italia che nel mondo”.
“Il fatto di essere presidente di questa grande istituzione mi ha impedito di rispondere a tono alle accuse assurde che mi venivano mosse, obbligandomi ad entrare in un terreno scivoloso com’è quello della maternità surrogata che divide molto e anche la stessa comunità internazionale impegnata nei diritti civili e le organizzazioni femministe. In questo ginepraio la Croce Rossa non deve essere coinvolta, pagando il prezzo delle polemiche che a volte chi ricopre il mio ruolo politico-istituzionale può trovarsi ad affrontare”, ha spiegato Rocca, sempre nell’intervista a Il Messaggero.
Il successore alla presidenza verrà eletto, forse, a dicembre, durante un’assemblea generale straordinaria. “Fino a quel giorno continuerà ad esercitare il mio ruolo con la determinazione e la passione di sempre”.