Il leader di Azione tuona: “In 600 giorni ditemi una cosa concreta fatta dal Sindaco”. La dura risposta del Pd: “Siamo abituati a Calenda, ma stavolta…”
Carlo Calenda durissimo con il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Il leader di Azione, che nel 2021 concorse per il Campidoglio con una sua lista civica (che prese il 20% dei voti al primo turno) è molto critico nei confronti del primo cittadino. Calenda, che nelle ultime settimane è stato protagonista di numerose prese di posizione (contro il Governo, il Pd e Matteo Renzi, dopo la decisione di non creare un partito unico) ed è tornato con prepotenza sui problemi della capitale. Accusando Gualtieri di “non aver fatto nulla di concreto per Roma”.
In una conferenza stampa, il segretario e leader di Azione, rinnega la scelta di appoggiare Gualtieri nel secondo turno delle amministrative capitoline, quando l’attuale sindaco di Roma sconfisse Michetti al ballottaggio. “Oggi, tornando indietro – ha dichiarato Calenda – non darei mai l’indicazione di voto personale su Gualtieri al secondo turno ma lascerei libertà. Lui è supponente, resta chiuso nello studio a farsi le foto sul balconcino con le persone famose”. Poi, entrando nel dettaglio: “C’è un grande problema di operatività del sindaco. Da quando è stato eletto sono passati 600 giorni: Gualtieri aveva promesso che la Capitale sarebbe stata pulita entro Pasqua, oltre ad una lunga serie di promesse, elle quali non si è saputo più nulla. Purtroppo non è successo nulla: non ha aumentato i cestini, la raccolta è disintegrata perché la metà dei mezzi non va, i vigili urbani non si vedono in giro, i taxi non si trovano. Ditemi una cosa concreta che Gualtieri ha fatto, perché io non riesco a trovarla”.
Secondo Calenda, Gualtieri “ha la più straordinaria concentrazione di poteri e soldi degli ultimi anni, ma nonostante questo penso che la città sia fuori controllo, lo dico con dispiacere. Evidentemente non ha avuto le capacità, la volontà per dar vita a un qualsiasi cambiamento in questa città che oggi è totalmente allo sbando“. Calenda è molto critico: “Se tu sei eletto con il supporto dei sindacati delle municipalizzate, non cambi le municipalizzate – ha aggiunto – Se tu vieni sostenuto dai vigili urbani, non cambi i vigili urbani. Se tu hai una maggioranza che era contraria al termovalorizzatore, poi quando lo devi fare hai dei problemi. Se tu non riconosci alcuna soluzione pragmatica, penso alla nostra proposta di spostare dei mezzi dalle metro alla Roma-Lido, ma vai avanti nella stasi, allora ci deve essere un problema politico di maggioranza e delle persone che hanno sostenuto Gualtieri”.
Calenda: “La fascia verde va ritirata”
Sulla fascia verde e i trasporti nella capitale, Calenda tuona: “Il cittadino non sceglie di circolare con un’ Euro 3: non ha i soldi per comprarsi un’altra macchina in un periodo con l’inflazione alle stelle. Questo non è il grande provvedimento green: questa roba va ritirata, perchè non funziona. Lo chiede l’Europa? Questa cosa l’abbiamo sentita un milione di volte – ha continuato – Noi dobbiamo presentare un quadro di insieme per abbassare le emissioni a Roma. Ma se fosse così facile, se basta dire ‘non facciamo circolare le auto euro 4’, non serviva Gualtieri, bastava un bambino di 4 anni. I parcheggi di scambio, la frequenza delle metro, gli autobus dove stanno? Fare l’ecologista sulle spalle della gente che non arriva a fine mese… Boh”. Dal Partito Democratico, dopo la partecipazione di Elly Schlein alla manifestazione del Movimento 5 Stelle, è uscito Alessio D’Amato. “Non ha chiesto di entrare in Azione. Io purtroppo non ho il potere di cooptarlo in Azione contro la sua volontà, cosa che però farei volentieri se potessi”.
La dura risposta del Pd: “Calenda? Siamo abituati”
“Siamo abituati alle sortite di Calenda, ma davvero questa mattina è sembrato in vena di recitare in fretta un compitino per non rovinarsi il fine settimana”, ha dichiarato in una la capogruppo Pd in Campidoglio Valeria Baglio. “Quello che un frettoloso Calenda omette di dire è lo stato in cui versava Roma – aggiunge – un’amministrazione ferma, anni di immobilismo con fondi non chiesti o non spesi, la gestione dei rifiuti allo sbando, strade colabrodo. Roma era una città in rovina, in fondo a tutte le classifiche di qualità della vita e ignorata a livello internazionale. L’amministrazione Gualtieri ha invertito la rotta: un piano per la chiusura del ciclo dei rifiuti, con impianti moderni ed efficienti, la chiusura del Tmb Rocca Cencia, il più ampio investimento finora realizzato per rifare l’asfalto a 800 chilometri di strade con 300 milioni di euro, gli interventi sulle rotaie di metro e tram attesi da decenni, l’acquisto di nuovi bus ibridi e sostenibili, l’azione finalmente concreta sui Piani di zona per permettere a migliaia di famiglie romane di poter gestire la propria casa secondo i propri progetti, il lavoro ordinato sulla stabilità dei conti, un nuovo Piano casa per l’emergenza abitativa, gli investimenti sulla cultura”.
“Queste sono soltanto alcune delle azioni avviate, senza dimenticare finalmente l’apertura della Capitale alla scena internazionale che ha permesso di ottenere apprezzamento diffuso sul progetto di Expo 2030, progetto che insieme al Giubileo sta facendo finalmente uscire dall’angolo la Capitale. Roma – dice ancora Baglio – oggi è una città che torna in cima alle preferenze di turisti e investitori internazionali. Da vero amico delle lobbies, Calenda è stato bocciato alle elezioni amministrative, per poi dimettersi in tutta fretta da consigliere, magari per poco amore della città, di cui si ricorda solo di tanto in tanto”.