Le analisi delle telecamere di sorveglianza poste di fronte all’abitazione di Impagnatiello, regalano importanti novità sull’indagine
Tra nuovi indizi, conferme e indagini che ripartono da zero, si continua a stringere il cerchio intorno alla figura di Alessandro Impagnatiello, il 30enne reo confesso dell’omicidio di Giulia Tramontano, la ragazza di 29 anni che era incinta del loro primo figlio. Impagnatiello, dopo un primo e goffo tentativo di allontanare i sospetti su di lui, ha confessato di aver ucciso la sua compagna ed ha spiegato agli inquirenti cosa accadde nel giorno dell’omicidio e in quelli successivi. Le autorità competenti sono finalmente riuscite a reperire le immagini delle telecamere di sorveglianza limitrofe all’abitazione dell’uomo, che hanno svelato nuovi e inquietanti retroscena sulle ultime ore della ragazza e su ciò che accadde nei giorni successivi.
Il 28 maggio scorso Alessandro uccise Giulia nella sua abitazione. Il giorno successivo si presentò nella caserma dei Carabinieri per denunciarne la scomparsa. Nelle ore successive continuò a mandarle dei messaggi sul cellulare, provando a simulare disperazione e a crearsi un alibi. Le telecamere di sorveglianza che sono state analizzate dagli investigatori, hanno fatto luce su ciò che accadde tra il 30 e il 31 maggio. La fatidica notte nella quale, secondo il racconto di Impagnatiello, l’uomo si sarebbe sbarazzato del cadavere della compagna.
Le telecamere confermerebbero la versione del 29enne di Senago. Dagli spostamenti che sono emersi dallo studio delle immagini, si vedrebbe l’uomo in azione nella notte tra il 30 e il 31 maggio. L’arco temporale nel quale, stando alla sua confessione, avrebbe gettato il corpo di Giulia vicino a dei box poco lontani dalla sua abitazione. La confessione del barman sarebbe quindi confermata. Il corpo verrà ritrovato il giorno successivo, dopo che era stato tenuto per tre giorni nel box, nella cantina e nell’auto di Impagnatiello. Le indagini coordinate dall’aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo, avranno però bisogno di ulteriori verifiche. Al vaglio le altre telecamere che circondano la zona e le celle telefoniche. Gli inquirenti vogliono farsi un quadro ancora più dettagliato e completo sugli spostamenti di Impagnatiello prima dell’omicidio e dopo. Si cercano ulteriori conferme del fatto che sia stato realmente lui a gettare il cadavere.
Indagini necessarie per confermare o meno la presenza di eventuali complici dell’uomo. Ipotesi ancora non esclusa, ma poco considerata dagli inquirenti.. Tra meno di una settimana, il 28 giugno, i carabinieri del Ris di Parma inizieranno gli accertamenti biologici sulle tracce di sangue e di Dna (con comparazioni) trovati nell’appartamento di Impagnatiello, nelle cantine, nel box e nella sua automobile. Le ulteriori indagini si andranno ad unire alle analisi tecnico-scientifiche già disposte in questi ultimi giorni, come quelle sulle impronte su confezioni di detersivi e su plastica e cellophane usati per coprire il corpo e quelle informatiche su pc e tablet sequestrati.
Delitto premeditato o no?
Come risulta anche dall’atto di fissazione per il 28 giugno degli accertamenti biologici irripetibili, Impagnatiello è difeso, oltre che dal legale Giulia Geradini, da un altro difensore di fiducia, l’avvocato Samanta Barbaglia. Nel frattempo, insieme alle analisi già effettuate sul pc dell’uomo e sul suo tablet (che avevano svelato anche i siti che erano stati consultati dal 30enne di Senago dopo l’omicidio) anche quelle sul suo telefono verranno effettuate con un programma particolare. L’obiettivo degli inquirenti è quello di raggiungere dei risultati dettagliati insieme a quelli già emersi: l’intenzione è fare luce sulla cronologia del pc e dello smartphone nei giorni precedenti all’omicidio, per confermare o escludere una premeditazione, ipotesi che è stata contestata dal pm ma non accolta dal gip. Infine, gli esami autoptici e altre analisi più specifiche dovranno dare risposte sulle coltellate, almeno 37 in totale, chiarire con esattezza la dinamica dell’aggressione e quali e quanti fendenti siano stati inferti quando la giovane era già morta.