Borderline indaga sul gruppo di Youtuber romani: al setaccio hard disk e schede di memoria. Nel frattempo sono stati trovati dei video delle telecamere di sorveglianza
Una mossa che ha insospettito gli inquirenti e allo stesso tempo ha alzato ulteriormente l’attenzione verso il gruppo dei The Borderline. Gli Youtuber romani, che erano alla guida del Suv Lamborghini, che a Casal Palocco si è schiantato sulla Smart in sosta, provocando la morte del piccolo Manuel Proietti, restano al centro delle indagini e nei giorni scorsi sono stati protagonisti di una mossa inaspettata, che ha scatenato l’attenzione delle forze dell’ordine.
I cinque romani hanno ripulito i loro canali social, eliminando decine e decine di video e restringendone l’accesso ai soli contatti privati. Dal canale Youtube sono spariti oltre cinquanta filmati. Di che video si trattava? Nascondevano dei potenziali indizi che la Procura avrebbe potuto utilizzare nelle indagini? Perchè sono stati prontamente cancellati? Secondo i responsabili delle indagini, i giovani potrebbero aver non solo rimosso video decisivi che potevano chiarire la dinamica dell’incidente, ma anche altri filamti che erano pronti per essere pubblicati sui social e che sarebbero stati eliminati dagli hard disk dei telefoni e delle schede di memoria delle telecamere all’interno della Lamborghini: Gopro e Mirrorless.
Nonostante tutto, dall’incidente in poi i The Borderline hanno continuato ad incassare introiti dai loro video su Youtube. Nell’ultima settimana si sono registrate oltre due milioni di visualizzazioni, che (secondo gli esperti) avrebbero portato nelle casse dei cinque romani oltre seimila euro. YouTube non ha mai interrotto le pubblicità e quindi anche le monetizzazioni sui video, nonostante la drastica riduzione dei filmati.
L’eliminazione dei video potrebbe rallentare (o nella peggiore delle ipotesi) fermare, il lavoro degli inquirenti, che hanno acceso i riflettori intorno alla figura di Matteo Di Pietro, indagato per omicidio stradale e lesioni. La preoccupazione delle forze dell’ordine è che dopo l’incidente, nel quale è rimasto ucciso il piccolo Manuel, non siano state subito sequestrate le schede di memoria e che i componenti del gruppo The Borderline abbiano avuto tutto il tempo necessario per cancellare dei file che avrebbero potuto essere usati contro di loro. La procura sta cercando di capire se esistevano dei video dell’incidente. Anche per questo motivo i Carabinieri hanno effettuato una perquisizione a casa di Di Pietro, non trovando però nessuna traccia. Al setaccio le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona. Gli inquirenti avrebbero in mano delle immagini della Lamborghini riprese poco prima dello scontro mortale con la Smart. Video preziosi per capire a che velocità stesse marciando l’autovettura. Le telecamere erano posizionate in via di Macchia Saponara, a circa 250 metri di distanza dall’incrocio con via Archelao di Mileto, dove è avvenuto l’impatto.
Ieri sera intanto al Policlinico Tor Vergata i medici hanno iniziato l’autopsia sul corpo del piccolo Manuel. Sul web intanto impazza una nuova polemica che vede protagonista il padre di Di Matteo. In un video diffuso dalla crew The Borderline si vede il genitore che guida una macchina molto potente e a velocità sostenuta (anche se il figlio, in modo imbarazzato, dice il contrario nel video) senza cintura di sicurezza, incurante delle principali regole di sicurezza stradale. “Siamo in città, non possiamo sfruttare al massimo la potenza”, dichiara Matteo. “Purtroppo”, risponde il genitore, che poi fa rombare la Ferrari, lasciando intuire una velocità molto elevata. “Non hanno rispetto per nessuno” scrivono sui social. “La velocità deve essere un vizio di famiglia” ribadiscono numerosi utenti.
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