Si stringe il cerchio intorno a due bande (romeni e peruviani) che gestirebbero il racket all’interno dell’hotel Astor. “L’hanno presa i peruviani”, dice una testimone
Chi sono le due donne che i Carabinieri hanno prelevato dall’hotel Astor ieri pomeriggio e che sono state portate in Procura? Cosa hanno detto agli inquirenti? Perchè è stata inviata una pattuglia dei Carabinieri in serata per un nuovo sopralluogo sul luogo della scomparsa? Cosa sta succedendo nella struttura che ospitava la famiglia della piccola Kata? Le indicazioni dei genitori, che avrebbero messo nero su bianco i loro sospetti, stanno cambiando lo scenario? E soprattutto, che fine ha fatto la piccola Kata?
Una settimana fa la bambina peruviana di cinque anni scompariva nel nulla davanti all’Hotel Astor, una struttura in disuso che da anni è occupata abusivamente. Al momento della scomparsa con la piccola c’era lo zio, che non si è accorto di nulla. La procura di Firenze è al lavoro e studia con attenzione le dichiarazioni dei genitori, che sono stati ascoltati dal sostituto Christine von Borries. Il magistrato ha cercato di eliminare tutto il fumo che circonda questa vicenda, andando al sodo. Al vaglio degli inquirenti ci sono le liti e dissidi per l’occupazione abusiva delle stanze dell’ex albergo. Sarebbero stati gli stessi genitori di Kata ad accendere i riflettori sul cosiddetto racket degli affitti, cercando di capire chi ne sono i gestori. La procura indaga anche su un possibile regolamento di conti tra bande.
Alla luce delle parole della famiglia della piccola peruviana, la sua famiglia (padre, madre, zio e il fratellino) sono stati allontanati dall’hotel Astor e sono stati trasferiti in un alloggio diverso a cura dei servizi sociali. Nel frattempo ieri ci sono stati due importanti sviluppi. La procura di Firenze ha nominato Ugo Ricci, genetista dell’Istituto di medicina legale di Careggi, per estrarre il Dna dallo spazzolino e dal pettine di Kata. Una mossa che lascia intendere che esista la possibilità di un confronto con altre tracce. Ricci è esperto noto anche per aver lavorato sui riscontri relativi all”omicidio della psichiatria Barbara Capovani a Pisa e in precedenza per essersi occupato del caso dei resti umani nelle valigie dando conferma che erano i corpi distrutti di Shpetim e Teuta Pasho, marito e moglie di 54 e 52 anni, scomparsi dal 2015.
Secondo quanto emerge, Miguel Angel Ramon Chiclio Romero, padre della bambina, avrebbe raccontato agli inquirenti il suo timore più grande: che qualcuno sappia la verità, ma che preferisca rimanere in silenzio. Secondo quanto riportato da alcuni quotidiani, il padre avrebbe detto che “la guerra tra bande per la gestione del pagamento delle stanze ha rovinato i rapporti. E in mezzo forse c’è finita proprio Kata”. A gestire il famigerato racket sarebbero bande di peruviani e un clan di romeni.
Nel primo pomeriggio di ieri poi, sono state portate in Procura due donne, residenti nella stessa struttura in cui Kata viveva. Le donne, una romena e una peruviana (stessa nazionalità dei presunti organizzatori del racket), sono state ascoltate a lungo come persone informate dei fatti. La prima donna è tornata in hotel dopo un’ora e mezza; la seconda mezz’ora dopo. In tarda serata poi, due vetture dei carabinieri sono tornate all’interno della struttura per una nuova perlustrazione di spazi già esaminati e che vengono rivisti. Secondo quanto si apprende, l’attenzione è concentrata su un garage in particolare.
In diretta tv intanto, una donna, che vive nell’hotel, ha detto: “È stato qualcuno tra i peruviani, l’hanno presa e portata via. Pensiamo a una faida interna per il racket, ma non sappiamo nulla di preciso”, ha continuato la donna, a capo della fazione rumena nell’albergo, che – anche a nome degli altri occupanti che rappresenta – si dice arrabbiatissima. “Sono qui da 13 anni e non è mai successo nulla di simile”. Gli investigatori intanto stanno lavorando su una terribile ipotesi: Kata potrebbe essere stata portata via all’interno di un trolley o un borsone. Sarebbe poi stata caricata su un’auto, probabilmente proprio nel cortile per essere portata via dall’hotel. Alcuni residenti hanno spiegato che “una volta a settimana dall’Astor spediscono le valigie con dei furgoni bianchi“. E infatti i video delle telecamere continuano a essere guardati con attenzione per trovare qualche ipotetico dettaglio utile alle ricerche. Ma ad una settimana dalla scomparsa di Kata, la nebbia resta ancora fitta.
Nella tarda serata di ieri intanto ci sarebbe stato un salto di qualità nelle indagini. Ad indagare sulla scomparsa della piccola Kata infatti sarebbero i Ros. A causa della gravità della situazione, sono stati coinvolti i militari del Reparto Crimini Violenti del Ros dei carabinieri. Lo evidenziano fonti dell’Arma. Il Ros dà supporto ai reparti territoriali. L’obiettivo, viene spiegato, è di utilizzare ogni possibile capacità e tecnica investigativa per rintracciare prima possibile la bambina. Nella serata di ieri è stato portato in Procura un uomo: un abitante dell’hotel Astor. Ufficialmente come persona informata dei fatti. Novità in vista?
Quando si parla di momenti di puro e assoluto relax, si pensa ad esempio a…
Il diabete gestazionale può avere ripercussioni veramente molto pesanti: riconoscerlo in tempo è fondamentale. Molte…
Fedez ha mostrato il suo nuovo acquisto: il rapper ha comprato delle prestigiose carte Pokemon…
Scopri i consigli degli hairstylist per dire addio a capelli crespi e spenti: così farai…
Anna Falchi dimostra di essere una bellissima donna anche a 52 anni nell'ultimo selfie che…
Stefano De Martino è ufficialmente diventato il padrino di suo nipote, ma all'evento mancava un…