La Russia “è aperta al dialogo con chiunque chieda la pace”. Sono le parole del presidente della Federazione russa Vladimir Putin durante un incontro a San Pietroburgo con una delegazioni di capi di Stato africani, che hanno presentato una piano per avviare la mediazione con l’Ucraina.
“È arrivato il momento di avviare i negoziati e mettere fine alla guerra”, ha dichiarato il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa rivolgendosi a Putin. “Questa guerra deve essere risolta attraverso negoziati e diplomazia, non può continuare all’infinito”, ha aggiunto.
Nel corso dell’incontro il presidente russo ha nuovamente rivendicato il diritto di Mosca di vedere riconosciute le regioni annesse: “In base alla carta Onu, la Federazione russa ha il diritto di riconoscere le nuove regioni e poi tutelarle”. Secondo Putin l’azione russa in Ucraina “è impeccabile dal punto di vista internazionale e della Carta delle Nazioni Unite”, spiegando che “è stato il regime di Kiev a scatenare questa guerra nel 2014. In conformità con l’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, avevamo il diritto di assisterli, facendo riferimento alla clausola dell’autodifesa”.
E sulla pace, Putin dichiara: “Kiev aveva già siglato, alla fine di marzo 2022 a Istanbul, un accordo per il cessate il fuoco con Mosca, ma dopo il ritiro delle truppe dalla regione di Kiev lo ha gettato nella pattumiera della storia”.
La delegazione dei leader africani è stata a Kiev il 16 giugno per presentare il piano di pace. Secondo il consigliere del presidente Zelensky, Mykhailo Podolyak, “era interessata solo a sospendere il mandato di arresto di Vladimir Putin, da parte della Corte penale internazionale”.
Intanto Mosca ha annunciato di voler organizzare le elezioni a settembre nei territori dell’Ucraina, scatenando il no dell’Ue. L’annuncio, spiega il portavoce del servizio di azione esterna dell’Ue, “è un ulteriore futile tentativo da parte della Russia di fingere di legittimare il suo controllo militare illegale e la tentata annessione delle regioni ucraine di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson, della Repubblica autonoma di Crimea e della città di Sebastopoli”.
L’iniziativa, aggiunge, “viola gravemente la Carta delle Nazioni Unite e l’indipendenza, la sovranità e l’integrità territoriale dell’ucraina. La Russia non ha alcuna base legittima per un’azione del genere sul territorio dell’Ucraina”. E ribadisce ancora una volta la richiesta alla Russia di ritirare le truppe “immediatamente, completamente e senza condizioni”.
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