La nostra società è dominata dai single: ci si sposa sempre di meno e si fanno sempre meno figli. Con effetti tutt’altro che scontati sulla salute.
Meglio soli che mal accompagnati, dice un vecchio proverbio. Ma forse non è proprio così. A mettere la pulce nell’orecchio è un nuovo studio scientifico che ha analizzato lo stato di salute dei single mettendolo a confronto con quello di chi è sentimentalmente legato/a un partner. I risultati della ricerca sono a dir poco sorprendenti!
Lo studio in questione è stato condotto dall’ospedale universitario di Würzburg in Germania, e le conclusioni a cui è giunto sono abbastanza inquietanti: a quanto pare, i single con insufficienza cardiaca hanno maggiori probabilità di morire per un attacco di cuore rispetto a mariti, mogli, compagni e compagne. La domanda sorge spontanea: per quale motivo?
Gli effetti collaterali della vita da single
Secondo i dati raccolti e analizzati dai ricercatori, la “singletudine” può aumentare dell’83% il rischio di malattia coronarica e persino di decesso. Per giungere a questa conclusione, i ricercatori hanno preso in esame 1.022 pazienti ricoverati in ospedale per insufficienza cardiaca tra il 2004 e il 2007. Di questi, 1.008 hanno dichiarato il loro stato civile: 633 (il 63%) erano sposati, mentre 375 (il 37%) erano single, 195 erano vedovi, 96 non erano mai stati sposati e 84 erano separati o divorziati. Le statistiche sono implacabili: il tasso di morte per infarto tra i single è nettamente più alto.
Nel corso dello studio in questione – durato ben 10 anni – 679 persone (il 67%) sono morte. Più nel dettaglio, lo status di single è stato associato a un rischio di morte maggiore del 58% per tutte le cause e dell’83% per malattie cardiovascolari. I pazienti vedovi, dal canto loro, presentano il più alto rischio di mortalità (122%).
C’è da dire che non si tratta del primo studio nel suo genere. Qualche anno fa un’altra ricerca, pubblicata sulla rivista dell’American Heart Association e condotta su oltre 6 mila pazienti con età media di 63 anni, ha rilevato che per un soggetto cardiopatico sessantenne il fatto di avere una moglie o un marito al proprio fianco è più “salutare” di una manciata di medicine. Viceversa, single impenitenti e persone divorziate scontano un rischio maggiore del 40% di morire per cause cardiovascolari o di subire un infarto (con la percentuale che sale al 70% per i vedovi). Dio li fa e poi…