Sei giorni fa la piccola peruviana è scomparsa da Firenze. Le indagini sembrano ad un punto morto. Il padre intanto, torna in libertà e lancia un appello. A chi si rivolge?
Mentre la procura di Firenze chiede di allentare la pressione mediatica intorno alla sorte della piccola Mia Kataleya, scomparsa da Firenze sabato scorso e ancora dispersa, proseguono le indagini, tra piste fantasiose, decisioni discutibili da parte dei familiari e veri e propri colpi di scena. L’ultimo si è verificato ieri, quando il padre della bimba peruviana è stato scarcerato, per permetteergli di stare vicino alla famiglia e collaborare alle ricerche.
Sabato scorso la piccola Kata è scomparsa dall’hotel Astor di Firenze: da allora si sono perse completamente le sue tracce. Il procuratore aggiunto di Firenze Luca Tescaroli, titolare dell’inchiesta con i pm Christine Von Borries e Giuseppe Ledda, ha chiesto di spegnere i riflettori mediatici intorno a questa storia, per diminuire la pressione dei media sull’inchiesta e svolgere con più riservatezza tutti gli accertamenti necessari.
Ieri Kathrina Alvarez, la mamma della piccola peruviana, è stata dimessa dall’ospedale fiorentino di Careggi nel quale era stata ricoverata lunedì scorso dopo che aveva ingerito una piccola quantità di candeggina. Il padre, Miguel Angel Chicllo Romero, è stato invece scarcerato ed ha raggiunto il resto della famiglia all’hotel Astor, la struttura che ospitava Kata e dalla quale è scomparsa sabato pomeriggio. “Il padre è all’interno della struttura in questo momento, è vicino alla famiglia, non so se tornerà via – ha detto ieri l’avvocato Elisa Baldocci dell’associazione Penelope –. Stanno veramente male, sono disperati, sono distrutti, stanno ancora sperando e sperano che la bambina torni a casa il prima possibile”.
Durante la serata di ieri il padre ha parlato ai microfoni di Chi l’ha visto, trasmissione che ha dedicato spazio alla vicenda della piccola Kata. “Non mi importa di fare denuncia, mi basta che mi riportino qua la bambina, io sarei felice di questo, non c’entra niente lei. E anche io non c’entro con nessuno. A me piace stare con la famiglia“, ha dichiarato in collegamento tv dall’Astor. La famiglia non ha voluto rispondere alle domande su un possibile rapimento. Miguel Angel Ramon ha invece raccontato di “essere venuto in Italia con la bambina che aveva sei mesi e di aver cercato una stanza a Firenze, a Prato, a Poggio a Caiano, Quarrata. Abbiamo cercato una stanza, ma con un figlio a carico, ho scoperto che qua in Italia è difficile affittare. Poi, grazie a Dio, ho trovato questo posto tramite un peruviano, mi ha detto che c’era un albergo occupato e siamo venuti qui”. L’uomo ha anche detto: “non paghiamo affitto. Abbiamo pagato solo una volta, abbiamo comprato una stanza con mia moglie. Poi anche mio cognato ha peso una stanza. Poi ho portato mio babbo, mia madre”.
Al termine del collegamento i genitori di Kata si sono uniti al corteo organizzato dalla comunità peruviana e che ha percorso tutto il quartiere. La mamma piangeva disperata. I promotori dell’iniziativa hanno detto di pregare e hanno invitato tutti i connazionali a rivolgersi alle forze dell’ordine per segnalare eventuali sospetti o situazioni di interesse dicendo loro di fidarsi delle autorità italiane. Con lo slogan “Kataleya torna a casa” il corteo è ripartito insieme a genitori della piccola. Poche ore prima, al Corriere Fiorentino la donna aveva dichiarato di essere convinta che “mia figlia sia ancora viva”. Sul tentativo di suicidio, Kathrina ha dichiarato: “Mi sono bloccata in un momento di disperazione e angoscia, avevo perso tutte le speranze, ho sbagliato – ha spiegato – Vado avanti, continuo a sperare”. Poi in un post su Fb la madre ha scritto: “Principessa mia, solo dio sa come mi sento. Starò bene, perdonami se per un istante ho pensato di arrendermi e perdere la speranza”, “non mi riposeró fino a quando non ti troverò”.
Le indagini vanno avanti. L’ultima traccia concreta di Kataleya è in un video diffuso dagli investigatori e che era emerso nei primi momenti. La piccola è stata ripresa della telecamera su via Boccherini il cui obbiettivo inquadra anche il cancello del cortile laterale dell’ex hotel Astor. Dalle immagini si vede la bambina insieme al fratellino, altri bimbi e una persona che è stata identificata nello zio. Kata, ad un certo punto, si isola dal gruppo e rientra nell’ex albergo. Da quel momento le sue tracce si sono perse in modo definitivo.
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