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Curiosità

Bobo Craxi: “Mio padre, Berlusconi e la persecuzione giudiziaria”

Il figlio di Bettino Craxi in esclusiva a Ricercaitaliana.it, ricorda il rapporto tra il padre e il Cavaliere. “Stima e amicizia, che ha riguardato tutta la nostra famiglia”

Per molti Silvio Berlusconi, morto ieri a Milano all’età di 86 anni, è stato l’erede di Bettino Craxi, l’uomo che ha segnato la storia della Prima Repubblica. Quando la stella politica dell’ex segretario del Partito Socialista si stava per spegnere, il Cavaliere entrava prepotentemente nel mondo della politica. Tra i due c’è sempre stato un grande rispetto e un’amicizia consolidata negli anni. “Tra Silvio Berlusconi e mio padre ci sono state tante similitudini”, ha dichiarato in esclusiva ai nostri microfoni Bobo Craxi, figlio di Bettino.

Bobo Craxi, figlio di Bettino, ricorda l’amicizia e le similitudini tra suo padre e Berlusconi – Ricercaitaliana.it – Ansa Foto

Come nacque l’amicizia tra suo padre, leader del Partito Socialista e Silvio Berlusconi?
“Ci fu un periodo preciso della nostra storia in cui si consolidò il rapporto tra mio padre e Silvio Berlusconi, che era un imprenditore che si avvicinava al mondo della comunicazione di massa. Essendo stato un imprenditore lungimirante, per lo più milanese, era abbastanza plausibile che potesse nascere un rapporto di reciprocità e di fiducia. Che è andato avanti almeno fino a quando in Italia non accadde quello che è accaduto”.

Il rapporto è proseguito anche negli anni successivi alle vicende politiche e processuali di suo padre?
Negli anni i rapporti personali sono rimasti forti. Mia madre è rimasta sempre molto affezionata alla famiglia Berlusconi, mia sorella Stefania fa parte del suo partito, io stesso per un periodo ho frequentato la Casa delle Libertà. Berlusconi da grande imprenditore si è trasformato in un grande uomo politico e lo ha fatto con la sua personalità e il suo forte ascendente”.

Molti lo hanno definito una sorta di erede di suo padre.
“Un’interpretazione di questo tipo per me può risultare sbagliata. E’ più giusto a io avviso sottolineare che Berlusconi fu in grado di colmare un grandissimo vuoto politico che in quel momento era predominante. L’inchiesta giudiziaria aveva spazzato via i cinque principali partiti che facevano parte del governo e Berlusconi si propose di riempire quel voto politico”.

“Berlusconi riempì un vuoto politico”

Le lacrime di Silvio Berlusconi durante il funerale di Bettino Craxi – Ricercaitaliana.it – Ansa Foto –

La sua famiglia era a conoscenza delle intenzioni del Cavaliere di scendere in campo. E soprattutto, suo padre immaginava che Berlusconi riuscisse a vincere quelle elezioni?
“In realtà fino alle elezioni politiche del 21 marzo del 1994, non era scontato che riuscisse a colmare quel vuoto di cui parlavo prima e che si imponesse con quella forza. Unì, a mio modo di vedere, due fattori fondamentali: la grande voglia di cambiamento del nostro Paese, sostenuta dall’onda rivoluzionaria che veniva fuori da Mani Pulite. E poi offrì una zattera agli elettori che si erano sentiti orfani dopo la morte politica di numerosi partiti. Sul piano della dinamica elettorale fu capace di riempire quel voto e lo fece a modo suo”.

Silvio Berlusconi è rimasto vicino alla sua famiglia anche negli anni in cui suo padre era lontano dall’Italia?
“I rapporti si diradarono come era normale che fosse. Lui rappresentava in quel momento la cuspide del nuovo che avanzava, mentre mio padre era il vecchio che era avanzato e che si era trovato in una situazione di rovescio della storia. Questo non vuol dire che mancò la sua solidarietà. Le strade di Silvio Berlusconi e Bettino Craxi non furono mai unite e in quel caso divennero anche separate dalla distanza e dal ruolo politico. Ma alla morte di mio padre non mancò, da parte di Berlusconi, il riconoscimento del ruolo di mio padre nella vicenda democratica del nostro Paese”.

“Lo strumento giudiziario usato come arma politica per entrambi”

Tra le similitudini che hanno avvicinato Silvio Berlusconi e Bettino Craxi, c’è anche una sorta di accanimento giudiziario che ha accompagnato entrambi?
“La prassi dell’uso politico della giustizia, negli anni, ha riguardato molti uomini politici. Certo, nel caso di mio padre mi sento di dire che c’è stato un accanimento. Basta leggere il numero dei procedimenti che sono stati aperti. E’ ovvio che c’è stato un uso smodato della Giustizia. E che ha riguardato anche Berlusconi, ma per ragioni e reati diversi.  Ad un certo punto l’accanimento verso mio padre avveniva anche quando non viveva più nel nostro Paese. Ma anche Berlusconi ha vissuto una situazione simile: basti pensare che si è dovuto difendere fino a pochi mesi fa. Io penso che i processi, almeno parlo di quelli più recenti, hanno dimostrato una certa mal disposizione della Magistratura”.

L’arma giudiziaria come forma di lotta politica?
“C’è stata una malattia che a partire dal 1992 molti, non solo in Italia, ma anche in altre democrazie, hanno contratto: quella di poter fottere gli avversari politici attraverso lo strumento giudiziario. E chi più o chi meno, tutti sono stati fatti secchi dall’uso politico della Magistratura. Personalità di destra, di centro, di sinistra: parliamo di un male endemico del sistema politico italiano”.

Paolo Colantoni

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