Ancora guai giudiziari per l’ex Presidente degli Stati Uniti, incriminato per aver sottratto carte segrete. Tra le accuse anche lo spionaggio internazionale
Gli Stati Uniti d’America sono scossi dall’ennesima puntata della telenovela che vede Donald Trump al centro delle attenzioni. L’ex presidente degli Stati Uniti, che ha annunciato la candidatura in vista delle prossime elezioni, è stato infatti incriminato per le carte segrete a Mar -a-Lago. E’ lui stesso ad annunciarlo attraverso un post sul suo social network truth.
Per Trump si tratta dell’ennesimo guaio giudiziario: la seconda incriminazione nel giro di pochi mesi. La prima era arrivata dopo la denuncia della pornostar Stormy Daniels (a marzo 2024 inizierà il processo). Per la prima volta un ex Presidente degli Stati Uniti dovrà rispondere delle accuse a livello federale. “Oggi è un giorno buio per l’America”, ha scritto sui social, descrivendosi come un “uomo innocente”. Ai primi post è poi seguito un video di quattro minuti in cui l’ex presidente si è rivolto ai suoi sostenitori. “Vanno contro un presidente popolare” con la “bufala degli scatoloni. Questa è un’interferenza nelle elezioni a livello più alto. Sono un uomo innocente. Vogliono distruggere la mia reputazione perché vogliono vincere le elezioni”, ha dichiarato dal suo fortino di Bedminster in New Jersey.
L’uomo che ha accusato Donald Trump e che sta portando avanti il processo contro l’ex presidente Usa è il procuratore generale Jack Smith. In passato ha indagato contro i crimini di guerra in Kosovo, ora è stato scelto dal ministro della Giustizia americano Merrick Garland per occuparsi delle indagini su Trump, così da isolare il suo Dipartimento da accuse e sospetti di perseguitare politicamente un rivale di Joe Biden nel 2024. Quando venne chiamato ad intervenire, promise massima celerità, ed ha mantenuto la parola. Smith è un veterano del dipartimento di Giustizia. Nella sua carriera ha seguito casi di alto profilo, mettendo sotto accusa, tra gli altri, l’allora governatore della Virginia, Bob McDonnell, e il deputato Rick Renzi, entrambi repubblicani
Sarebbero sette i capi d’accusa rivolti all’ex presidente degli Stati Uniti: tra questi la cospirazione, l’ostacolo alla giustizia, ma anche dichiarazioni false e ritenzione volontaria di informazioni di difesa nazionale. Tra le accuse rivolte a Trump ci sarebbe anche la violazione dell’Espionage Act per aver trattenuto volontariamente documenti legati alla difesa nazionale e non averli consegnati ai responsabili. Lo riportano i media americani. L’indagine era iniziata nel 2021, quando gli Archivi nazionali hanno notato che l’ex presidente, una volta lasciata la Casa Bianca, non aveva consegnato tutte le carte. Ne è partito un contenzioso sfociato poi nella perquisizione dell’Fbi a Mar-a-Lago lo scorso anno e, ora, nell’incriminazione. Nessun commento da parte della Casa Bianca. Joe Biden, che ieri è stato protagonista di un importante accordo con l’Inghilterra, ha sposato la linea del silenzio, che non intende modificare.
A parlare sono principalmente i sostenitori di Trump, i suoi legali e i politici a lui più vicino. Come Kevin Mc Carthy, speaker della Camera, che ha parlato di incriminazione “grave e ingiusta”. Secondo il politico, “è inconcepibile per un presidente incriminare un candidato che lo sfida. Joe Biden ha tenuto documenti classificati per decenni. Io e ogni americano che crede nello stato di diritto stiamo con il presidente Trump contro questa grave ingiustizia””. Il suo legale James Trusty ha annunciato che Donald Trump si presenterà in tribunale martedì. L’avvocato che segue il Tycon, lo ha confermato in un’intervista alla Cnn, durante la quale ha precisato di attendersi una copia dell’incriminazione fra venerdì e martedì. “Se vogliono continua a giocare, ce la consegneranno alle 3.01 di martedì”, ha aggiunto Trusty riferendosi al fatto che l’ex presidente Usa deve presentarsi in tribunale alle 3.00.
Ed ora come si comporterà Trump? Si ritirerà dalla corsa alla Casa Bianca o andrà avanti come se nulla fosse accaduto? Asa Hutchinson, ex governatore dell’Arkansas candidato repubblicano alle elezioni Usa del 2024, lo accusa pubblicamente: “Le azioni di Trump, dalla totale mancanza di rispetto della Costituzione alla totale mancanza di rispetto per la legge, non dovrebbe definire il nostro Paese o il partito repubblicano”, consigliandogli di ritirare la sua candidatura. Ma l’ex presidente, secondo indiscrezioni riportate dalla Cnn manterrebbe invariato il suo programma di campagna elettorale. L’ex presidente americano ha infatti per ora confermato i due comizi che ha in programma sabato nonostante l’incriminazione per le carte trovate a Mar-a-Lago.
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