Accordo migranti Ue, Ferrara (M5S): “Il compromesso raggiunto predilige una solidarietà à la carte”

“Bisogna andare oltre i toni entusiastici del governo italiano e capire quali saranno gli effetti del compromesso raggiunto”. 

Così, ai microfoni di Ricerca italiana, l’eurodeputata del Movimento 5 Stelle Laura Ferrara commenta l’accordo raggiunto ieri in Lussemburgo sui migranti tra gli Stati membri. Bisogna “capire quali saranno gli effetti del compromesso raggiunto, soprattutto per i Paesi di primo ingresso, i quali avranno responsabilità maggiori”. 

prediligere una “solidarietà à la carte”
prediligere una “solidarietà à la carte” ricercaitaliana.it

Dopo sette anni è stato raggiunto l’accordo tra gli Stati membri. Come mai, secondo lei, è arrivato proprio ora?
L’accordo tra Stati Membri in seno al Consiglio è arrivato con estremo ritardo su una materia diventata l’emblema di profonde divisioni politiche. L’Unione non può fare a meno di una governance europea sui flussi migratori fondata su regole comuni. Questa era una delle ultime possibilità per il Consiglio di trovare una posizione comune prima della fine della legislatura del Pe. Ma bisogna andare oltre i toni entusiastici del governo italiano e capire quali saranno gli effetti del compromesso raggiunto, soprattutto per i Paesi di primo ingresso, i quali avranno responsabilità maggiori“;

I due regolamenti approvati mirano a rafforzare la responsabilità dei Paesi di primo ingresso, e anche a rendere obbligatoria la solidarietà degli altri Paesi. Su cosa si basano, nello specifico?
Il Consiglio ha sostanzialmente concordato una posizione negoziale in merito al regolamento sulla procedura comune comune di asilo (APR) e al regolamento sulla gestione dell’asilo e della migrazione (AMMR). Questa posizione costituirà la base dei negoziati che avverranno tra la presidenza del Consiglio e il Parlamento europeo.
L’APR è destinato a semplificare le modalità procedurali che gli Stati membri dovranno seguire per le richieste di protezione internazionale. Introduce inoltre procedure di frontiera obbligatorie allo scopo di valutare rapidamente alle frontiere esterne dell’UE se le domande sono infondate o inammissibili. Si applicherebbe anche in seguito allo sbarco dopo un’operazione di ricerca e salvataggio. Coloro che saranno sottoposti alle procedure di frontiera, per una fictio juris, si considerano come non entrati nel territorio dello Stato membro, pur essendoci fisicamente. Per l’espletamento delle procedure di frontiera per ogni Stato Membro deve essere stabilità una “capacità adeguata” in termini di accoglienza e di risorse umane, sulla base di una formula che tiene conto del numero di attraversamenti irregolari delle frontiere nell’arco di un periodo di tre anni“;

Cosa cambia rispetto alla gestione dell’asilo e della migrazione?
L’AMMR è destinato a sostituire l’attuale regolamento di Dublino che determina quale Stato membro è competente per l’esame di una domanda di asilo. Per bilanciare l’attuale sistema in base al quale alcuni Stati membri sono responsabili della stragrande maggioranza delle domande di asilo, viene proposto un nuovo meccanismo di solidarietà. Le nuove norme combinano la solidarietà obbligatoria con la flessibilità per gli Stati membri per quanto riguarda la scelta dei singoli contributi in cui si concretizza la solidarietà. Tali contributi comprendono la ricollocazione, contributi finanziari o misure alternative di solidarietà come l’impiego di personale o altre misure. Gli Stati membri hanno quindi piena discrezionalità per quanto riguarda il tipo di solidarietà e nessuno Stato membro sarà obbligato a effettuare ricollocazioni. L’AMMR contiene anche misure volte ad evitare movimenti secondari limitando le possibilità di cessazione o trasferimento di competenza tra Stati membri e riducendo le possibilità per il richiedente di scegliere lo Stato membro in cui presentare la domanda“;

La posizione negoziale ora dovrà essere discussa in Parlamento europeo. Quali saranno le posizioni del Movimento 5 Stelle?
Sin dall’inizio dell’ingresso del M5S nel Parlamento europeo, ci siamo battuti per una riforma legislativa in materia di asilo e migrazione che potesse correggere ciò che finora non ha funzionato, chiedendo a più riprese la piena attuazione dei principi solidarietà ed equa ripartizione delle responsabilità previsti dall’art. 80 del TFUE. Riteniamo che le ricollocazioni obbligatorie devono essere alla base di qualsiasi meccanismo di solidarietà per fornire un aiuto efficace e prevedibile agli Stati di primo ingresso maggiormente sottoposti a pressione migratoria. Purtroppo il compromesso raggiunto dagli Stati Membri su posizioni molto distanti tra loro, va nella direzione di prediligere una “solidarietà à la carte” e non eviterà che gli oneri relativi all’accoglienza, alla gestione dell’esame della domanda di asilo o agli eventuali rimpatri, ricadano in modo sproporzionato sui Paesi di primo ingresso“.

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