Lorenzo Riggi, responsabile della rivista Geopolitica.info, in esclusiva a Ricercaitaliana.it: “L’esercito ucraino aveva provato ad attaccare la diga, ma sui vantaggi…”
Cosa sta succedendo nelle ultime ore in Russia? L’attacco alla diga di Nova Kakhovka, è stato portato avanti dall’esercito russo o da quello di Kiev? Le due fazioni, come da consuetudine, continuano ad attaccarsi a vicenda, provando a scaricare sui rivali la responsabilità della distruzione della diga e del disastro ambientale che sta causando. Il Cremlino ha tuonato: “Questo è inequivocabilmente un atto di sabotaggio deliberato da parte ucraina, pianificato ed eseguito su ordine di Kiev”. Zelensky ha risposto, accusando la Russia di “Ecocidio”.
Dov’è la verità? Chi ha distrutto la diga? Chi ne potrebbe ricavare un vantaggio? “Credo che questo attacco possa essere più funzionale alla Russia che all’Ucraina“, dichiara in esclusiva a ricercaitaliana.it Lorenzo Riggi, responsabile della rivista geopolitica.info ed esperto di politica internazionale. Riggi ricostruisce ciò che è successo negli ultimi giorni, cercando di fare un quadro più che veritiero della situazione in Ucraina. Il geopolitico ricorda che “nei mesi scorsi anche gli ucraini avevano provato a compiere attacchi contro la diga però fondamentalmente non si erano risolti in danni significativi. In questo caso parliamo di una vicenda completamente diversa visto che l’obiettivo era proprio quello di danneggiarla”.
“Chi ha colpito la diga?”
Chi ha colpito la diga? E soprattutto, perchè? Secondo Riggi il crollo potrebbe portare maggiori vantaggi a Mosca, “anche se non credo possano esserci dei vantaggi significativi per nessuna delle due parti. Per quello che concerne la Russia – continua il responsabile di Geopolitica.info in esclusiva ai nostri microfoni – distruggere la diga equivale ad allargare il fiume, complicando in questo modo il possibile sbarco di soldati ucraini. Ma contemporaneamente hanno subito inondazioni alcune installazioni che hanno un grande peso”. Diverso il discorso per Kiev. “Non vedo grossi vantaggi per il governo ucraino onestamente”.
Difficile capire con certezza, chi sia stato a compiere l’atto contro la diga. “Ripeto, onestamente è difficile trovare grossi vantaggi per una delle due parti in causa – continua Riggi – forse la Russia potrebbe trovare benefici, bloccando la possibilità di far sbarcare gli ucraini. Come potrebbe cambiare lo scenario? Non credo che ci siano modifiche radicali. L’esercito di Kiev ha a sua disposizione molti mezzi che gli consentiranno comunque di compiere operazioni di sbarco significative. Diciamo che sbarcare da quella parte del fiume non era un’ipotesi troppo consistente. Per ciò che riguarda il conflitto, la zona più calda in questo momento continua ad essere quella di Zaporizhzhia. Qui da giorni l’esercito di Zelensky sta cercando di capire quali siano i punti deboli di Mosca”.
Decisiva la situazione a Bakhmut
Le prossime mosse saranno decisive, per capire gli sviluppi del conflitto. L’Ucraina, secondo quanto riportato da Riggi, sarebbe pronta ad una nuova controffensiva. “In realtà è già iniziata. Poi bisognerà capire se andrà avanti e molto dipenderà dagli esiti di questi attacchi. A Kiev sono consapevoli di avere risorse limitate e il rischio è quello di non produrre risultati tangibili e significativi. Per questo motivo si stanno muovendo con cautela“. Molto delicata la situazione intorno a Bakhmut. “La città in questo momento è in mano ai russi. Gli ucraini stanno contrattaccando ai fianchi, cercando di trovare una nuova via per poter colpire i rivali”.
Sull’argomento si è espresso anche il presidente della Bielorussia Alexandr Lukashenko, secondo il quale “la controffensiva ucraina è un esempio di grande disinformazione, non c’è nessuna controffensiva“. In Italia intanto, si guarda con apprensione allo sviluppo della situazione. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ribadito: “Noi dobbiamo difendere l’Ucraina, una resa di Kiev sarebbe una sconfitta per l’Occidente”.