Cosa scegliere tra mutuo fisso o mutuo variabile? Le decisioni della Bce hanno portato le banche a cambiare le offerte, adesso cosa conviene scegliere
Da quando ci siamo ritrovati con l’aumento dei prezzi delle materie prime importate, l’impennata dell’inflazione è stata inevitabile. La Bce ha continuato ad aumentare i tassi d’interesse come risposta all’andamento economico: nei casi in cui l’inflazione aumenti troppo, i tassi d’interesse devono essere aumentati di risposta, fin quando la situazione non tenderà a calmarsi. In questo modo il denaro ha iniziato a perdere potere d’acquisto e tutto ciò, legato al problema dei salari in stasi, non ha fatto altro che mettere in ginocchio l’intera economia italiana. Ma come rispondere all’aumento dei tassi d’interesse?
Le banche sono costrette a creare alternative per non perdere del tutto gli investitori ma è difficile gestire una situazione del genere: la maggior parte dei risparmiatori si sono ritrovati ingenti perdite e coloro che avevano un mutuo a tasso variabile si sono invece ritrovati con le rate mensili raddoppiate o in alcuni casi anche triplicate. Questo ha fatto sì che la maggior parte dei correntisti ha cercato di affidarsi alla surroga del mutuo, o sostituendolo con un passaggio al mutuo fisso oppure cambiando proprio circuito bancario trasformandolo in un’offerta più vantaggiosa.
Nella situazione attuale c’è da specificare che è impossibile far riferimento a quelli che erano i mutui di una volta, ormai gli aumenti sono da considerare attualità, perché almeno al momento la Banca centrale europea non ha intenzione di fare un’inversione di marcia. Partendo da questo presupposto, adesso bisogna capire cos’è più conveniente nel caso si volesse aprire un mutuo in questi mesi. La risposta più spontanea sarebbe senza dubbio quella di evitare i mutui a tasso variabile, ma in realtà facendo più calcoli sulle nuove offerte non è detto che il mutuo fisso sia la soluzione migliore.
Secondo l’analisi, non sono solo i movimenti dei tassi a influenzare l’offerta, ma anche le politiche commerciali delle banche. In questo senso si può prendere l’esempio di un tasso variabile al 3,45%, un po’ più alto rispetto al tasso fisso del 2,99%. Ma si tratta comunque di un’ottima offerta considerando l’aumento vertiginoso degli ultimi mesi. C’è da. considerare che dal momento che è impossibile fare pronostici per il futuro, sia il tasso variabile la scelta migliore perché una volta che scenderanno i tassi, andrà a pagare negli anni molto di meno rispetto a coloro che hanno scelto il tasso fisso a 2,99% che sarà destinato a non cambiare più.
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