Ci sono importanti novità a proposito di tasse, da sempre uno dei temi più complessi e spinosi nell’agenda politico-economica nazionale. Ecco i dettagli
La riforma fiscale bolle in pentola. Cosa c’è dentro? Innanzitutto una riduzione progressiva delle aliquote Irpef per diminuire la pressione fiscale, ampliando sensibilmente lo scaglione più basso per ricomprendervi molti più lavoratori: è quanto ha chiarito la presidente del Consiglio Giorgia Meloni incontrando a Palazzo Chigi i segretari generali dei sindacati Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Confsal per discutere sul tema. Ma c’è molto di più.
Incontrando le parti social la premier ha fornito nuovi elementi sul piano di governo: si va verso la flat tax per tutti, forse già nella Legge di Bilancio per il 2024, magari riducendo da quattro a tre le aliquote Irpef. Il ddl delega di Riforma dovrebbe essere approvato prima della pausa estiva in modo da riuscire a programmare per tempo i decreti attuativi. Ecco tutti i cambiamenti in arrivo.
Il nuovo sistema ad aliquota unica, o flat tax che dir si voglia, prevede che equità e progressività siano recuperate attraverso detrazioni e crediti d’imposta. Nella delega non ci sono indicazioni specifiche al riguardo, ma la premier ha precisato che ci sarà una progressiva riduzione delle aliquote Irpef, partendo da un ampliamento dell’aliquota più bassa. Si ridurrà dunque il carico fiscale per almeno una parte dei contribuenti che oggi si ritrovano nel secondo scaglione di reddito (al 25% fra 15mila e 28mila euro), e passeranno al primo (23%). Tutto il resto, però, è ancora da definire.
I problemi di copertura finanziaria sono come sempre il principale ostacolo lungo il cammino. E nei giorni scorsi più di un osservatore di peso, a partire dalla Banca d’Italia, ha richiamato l’attenzione sul punto. Resta inoltre da capire come conciliare con la riforma scelte politiche recenti, come il taglio del cuneo fiscale e contributivo rafforzato (ma solo fino a fine anno) con il decreto legge sul lavoro. Un grosso interrogativo pende anche sull’ipotesi di nuove cedolari “secche”, per esempio quella sugli immobili non abitativi espressamente prevista dalla legge delega, facili da introdurre ma difficili da superare.
Intanto l’Ufficio parlamentare di Bilancio segnala che “per quanto riguarda il disegno a regime, non è chiaro se nella base imponibile dell’Irpef verranno ricomprese le fonti di reddito che nel tempo ne sono state escluse dall’applicazione e assoggettate a regimi sostitutivi (con aliquote proporzionali differenziate) generando problemi di equità orizzontale”. E la Corte dei Conti si chiede “se forme più organiche e coerenti del sistema di tassazione dei redditi possano essere raggiunte a fronte di una progressività formale più moderata ma estesa a tutte le categorie di reddito”. All’esecutivo l’ardua risposta.
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