Il portavoce del Cremlino Peskov lancia segnali agli Stati Uniti. E all’orizzonte si ipotizzano anche incontri con i rappresentanti della Santa Sede. Svolta in vista?
Un possibile incontro con gli Stati Uniti e con il Papa. Le ultime notizie che arrivano da Mosca potrebbero cambiare in modo definitivo l’evoluzione del conflitto in Ucraina. A oltre un anno e mezzo dallo scoppio della guerra, la situazione potrebbe cambiare. Ed in modo inaspettato. La Russia sarebbe pronta ad aprire le porte ad incontri che, fino a poche settimane fa, sembravano impossibili.
Realtà o finzione? Tentativi di modificare l’evoluzione del conflitto e provare ad immaginare scenari completamente diversi, o semplici manovre che rappresentano l’ennesima strategia comunicativa? Secondo quanto comunicato dalle autorità russe, Putin si è detto disponibile ad incontrare gli Stati Uniti. Un incontro confermato dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. La Russia, secondo quanto dichiarato, sarebbe pronta al dialogo con gli Usa sul controllo degli armamenti nucleari. Peskov è stato citato dall’agenzia Interfax. Cosa potrebbe significare questa apertura? Il dialogo riguarderebbe anche l’Ucraina e la guerra, aprendo nuovi scenari? “La Russia rimane aperta al dialogo” con gli Stati Uniti sulle armi nucleari, ha ribadito Peskov. “Pensiamo che questo sia estremamente importante”, ha aggiunto Peskov. Gli Stati Uniti avevano in precedenza proposta di riprendere il dialogo “senza precondizioni” sul trattato Start. “Ma dobbiamo prima capire come è formulata questa proposta”, ha precisato Peskov.
La Russia è pronta ad incontrare il Papa?
La novità riguarda anche possibili incontri tra i leader russi e i responsabili della Santa Sede. Il Cardinale Matteo Maria Zuppi, secondo quanto riferito da numerosi organi di informazione, potrebbe approfittare della prossima visita a Kiev, per dialogare anche con la Russia. La Santa Sede, attraverso un comunicato ufficiale, ha confermato il viaggio in Ucraina e le visite con le autorità di Kiev. “Con riferimento a quanto comunicato in precedenza dalla Santa Sede, si dà notizia che nei giorni 5-6 giugno 2023, il Card. Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, compirà una visita a Kiev quale Inviato del Santo Padre Francesco. Si tratta di una iniziativa che ha come scopo principale quello di ascoltare in modo approfondito le autorità ucraine circa le possibili vie per raggiungere una giusta pace e sostenere gesti di umanità che contribuiscano ad allentare le tensioni”.
Ci saranno nuovi incontri a Mosca? I rappresentanti del Vaticano ascolteranno anche Putin? Secondo quanto confermato dal portavoce del Cremlino, al momento questa ipotesi sembra lontana.” Il presidente russo Vladimir Putin non ha per ora in programma un incontro con il cardinale Matteo Zuppi, emissario di Papa Francesco per l’iniziativa di pace per l’Ucraina”, ha confermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalla Tass. Ma questo viaggio potrebbe essere visto come il primo passo verso nuove aperture.
La guerra prosegue
La guerra intanto va avanti. Due droni sono caduti questa mattina sull’autostrada M3 Ucraina nella regione di Kaluga: lo ha reso noto il governatore della regione russa, Vladislav Shapsha, sottolineando che i velivoli non sono esplosi. Tre residenti della regione di Donetsk, nell’Ucraina orientale, sono rimasti feriti nelle ultime 24 ore in seguito agli attacchi delle forze russe: lo scrive su Telegram il governatore ucraino della regione, Pavel Kirilenko, come riporta il Guardian. “Sono tempi straordinari quelli in cui viviamo. Stiamo assistendo con i nostri occhi a come il governo russo stia iniziando a crollare. Non silenziosamente, ma con un forte fragore della sua massiccia carcassa arrugginita. Sarà una guerra civile”: lo scrive su Telegram il consigliere del ministero dell’Interno ucraino, Anton Gerashenko. “Con aerei e missili e sotto la guida di due idioti, l’esercito russo non è in grado di tenere testa ai volontari della Rdk (il Corpo dei Volontari russi, ndr) e della Legione Libertà della Russia. In aiuto al (ministro della Difesa russo Serghei) Shoigu e (al capo de