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Curiosità

Giulia Tramontano, Impagnatiello: “L’ho uccisa perché ero sotto stress”

Alessandro Impagnatiello ha dichiarato ai giudici che si sta “interrogando da ore” senza capire perché ha ucciso Giulia Tramontano.

Non esisteva un reale motivo”, se non lo stress: “Ero stressato da quella situazione”, ha dichiarato.

Era con le spalle al muro perché sia Giulia, la sua compagna incinta di sette mesi, sia la sua collega con la quale aveva una relazione, erano a conoscenza della sua doppia vita. Le donne si erano anche incontrate in un bar e tra loro era subito nata solidarietà. La collega americana di Impagnatiello aveva anche chiesto alla vittima di andare a stare da lei.

Nel provvedimento con cui la giudice per le indagini preliminari Angela Minerva convalida il fermo e dispone il carcere, parla di “una assoluta incapacità di sopportare frustrazioni”, unita a una “organizzativa e manipolativa”. 

Anche quando Giulia decide di lasciare il barman, lui non trova pace e continua a vederla come un “ostacolo”, perché incinta del figlio. “Dopo l’omicidio, Impagnatiello va dall’amante e la rassicura sul fatto che adesso potranno vivere la loro relazione senza problemi perché Giulia non c’è più”. 

La gip non riconosce le aggravanti della premeditazione e della crudeltà

Giulia Tramontano, Impagnatiello: “L’ho uccisa perché ero sotto stress” (Ansa Foto) – ricercaitaliana.it

La gip non ha riconosciuto al barman le aggravanti della premeditazione e della crudeltà. Impagnatiello, 30 anni, è stato interrogato nel carcere di San Vittore, e all’alba di giovedì mattina ha confessato l’omicidio davanti ai carabinieri del Nucleo Investigativo e alle magistrate Letizia Mannella e Alessia Menegazzo.

La nuova versione di Impagnatiello

Durante l’interrogatorio spiega anche che non è vero che Giulia ha preso il coltello col quale aveva tagliato i pomodori per la cena e “ha iniziato a procurarsi tagli sulle braccia”, dicendo “che non voleva più vivere”, per poi colpirsi “all’altezza del collo”. È vero invece, spiega il Corriere della Sera, che la compagna si sarebbe ferita solo “involontariamente al braccio”. 

Questo però, racconta il barman, sarebbe stato il motivo che fa scattare la sua rabbia. Secondo gli investigatori questa ricostruzione potrebbe non essere ancora quella definitiva. L’autopsia, in programma martedì, chiarirà la causa delle ferite al braccio destro di Giulia, che potrebbero anche essere lesioni da difesa.

Resta da fare lice anche sul giorno e l’ora in cui il corpo è stato abbandonato dietro l’intercapedine di alcuni box. Il sospetto è che tutto sia avvenuto prima di mercoledì notte.

Il barman avrebbe pensato al suicidio

Davanti al giudice, Impagnatiello dice di aver pensato al suicidio: “L’unica forma di pentimento che abbia un senso è togliermi la vita”. 

Agli atti delle indagini ci sono testimonianze di colleghi e familiari. Tra queste, quella di un’amica di Giulia, in cui la vittima spiega di aver incontrato la collega del barman 23enne, poche ore prima di essere uccisa: “In un audio, scioccata, mi raccontava che la ragazza le aveva riferito tutto. Che sul luogo di lavoro è visto male e, addirittura, è soprannominato “lurido”. 

La gip riconosce le aggravanti del vincolo sentimentale e dei futili motivi

La gip riconosce le aggravanti del vincolo sentimentale e dei futili motivi: Impagnatiello rischia una condanna all’ergastolo. La giudice non riconosce però, come detto, le aggravanti della crudeltà e della premeditazione.

La crudeltà non c’è perché l’omicidio non sarebbe “caratterizzato da particolare pervicacia, tenuto conto del tipo di arma utilizzata e del numero di colpi inferti”. Non riconosce la premeditazione invece, perché “la giurisprudenza identifica i tratti distintivi della premeditazione nell’apprezzabile intervallo temporale tra l’insorgenza del proposito delittuoso e la sua attuazione tale da consentire una ponderata riflessione sulla decisione presa e sull’opportunità del decesso”. Invece Impagnatiello ha fatto le ricerche su internet poco prima del delitto, alle 19 di sabato. E Giulia è stata uccisa tra le 19.30 e le 20.30-21 di sabato.

Il pericolo di reiterazione

Nell’ordinanza, la gip si sofferma anche sul pericolo di reiterazione. E spiega, come scrive il Corriere della Sera, che c’è “lo specifico e qualificato pericolo di reiterazione nei confronti” della 23enne “con il quale l’indagato sperava, avendo “eliminato” il pericolo costituito da Giulia Tramontano, di proseguire la relazione e che invece, avendo scoperto la doppia relazione intrattenuta da Impagnatiello, lo aveva allontanado, vanificando e quindi frustrando (nuovamente) le sue aspettative”. 

Angelo Bianco

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