L’Italia è tra le nazioni con il più alto tasso d’inquinamento in tutta Europa. Ma quali sono le città che guidano questa triste classifica? E quali sono gli standard da rispettare?
Un record poco lodevole. Un dato che per l’ennesima volta testimonia la difficoltà enorme che il nostro Paese trova nell’eliminare le principali forme di inquinamento. Nonostante gli stop alle auto più inquinanti, le scelte dei vari governi cittadini di porre fine all’inquinamento attraverso delle precise politiche, la nostra nazione si conferma ai primi posti della classifica europea degli stati più inquinanti.
Un pessimo risultato che porta l’Italia sul podio delle nazioni peggiori. Il recente rapporto stilato da Eionet e Eea 2022 e ripreso con dovizie di particolari dal portale Presto Energia, parla chiaro ed evidenza in tutta la sua drammaticità, la criticità della situazione Italiana, evidenziando poi le proposte per raggiungere i nuovi obiettivi Europei per il 2030. Sarà in grado il nostro Paese di riuscirci?
Difficile dirlo: al momento è meglio concentrarsi sui dati, che evidenziano una realtà drammatica. L’Italia si trova al terzo posto nelle classifiche europee per morti attribuibili all’inquinamento. Davanti alla nostra nazione ci sono Francia e Germania. Secondo quanto evidenziato poi dal Sole 24 Ore, la criticità è ancora più rilevante pensando che l’energia che abbiamo ricavato dal combustibile più inquinante è aumentata del 28%. Andando controcorrente rispetto a quasi tutti gli altri Paesi UE che hanno bruciato meno carbone rispetto all’anno scorso. La nostra Nazione quindi, risulta ancora una volta come una delle peggiori dal punto di vista della protezione ambientale. Ma in questo contesto, quali sono le città dove si vive peggio? Dove il tasso di inquinamento ha raggiunto livelli spaventosi.
A rivelare la scomoda verità è una classifica di Mal d’Aria 2023 di Legambiente, che analizza i limiti giornalieri di polveri sottili emesse dalle varie città e realizza una graduatoria: davanti a tutti ci sono Torino, Milano, Modena, Asti, Padova e Venezia. Queste cinque città italiane hanno superato ben due volte i limiti giornalieri. In particolare, lo studio di Legambiente si basa sui dati raccolti nel 2022 nelle città italiane considerando i valori dei livelli delle polveri sottili (PM10, PM2.5) che del biossido di azoto (NO2) e l’ozono. Le polveri sottili, ovvero il Particolato fine (PM2.5) e il Particolato (PM10), destano le principali preoccupazioni dal punto di vista della salute.
Quali sono gli standard Europei da rispettare entro il 2030?
La nuova direttiva Europea ha posto un limite massimo di 10 µg/mc per PM2.5, di 20 µg/mc per PM10 e 20 µg/mc per NO2. Seguendo questi target europei l’Italia si trova in una situazione critica: il 76% delle città è fuori legge per PM10, l’84% per PM2.5 e il 61% per NO2. Per il numero di giorni di sforamento dei livelli consentiti di PM10 è stata stilata la classifica delle peggiori città italiane:
- Torino è al primo posto con ben 98 giorni di sforamento
- Milano segue a ruota con 84 giorni oltre il limite
- Asti è sul gradino più basso del podio con 78 giorni di sforamento
- Modena è ai piedi del podio con 75 giorni in cui i livelli consentiti erano oltre la soglia
- Padova e Venezia seguono con 70 giorni
La classifica ha evidenziato una certa problematica nella Pianura Padana, una zona nella quale si registra il numero più alto di imprese e fabbriche. Ma non sono solo queste città a rischio: nel 2022 i limiti del PM10 sono stati superati da 72 città su 95 – solo il 24% del totale delle città è dunque a norma di legge.
Come raggiungere i nuovi target
Secondo il report, che è stato evidenziato da Presto Energia, le città italiane devono lavorare di più per ridurre le loro concentrazioni e adeguarsi ai nuovi target Europei. Per il PM10 è necessaria una riduzione di circa il 40% a Torino, Milano, Cremona, Andria e Alessandria. Invece, per il PM2.5, Monza, Milano, Cremona, Padova, Vicenza, Bergamo, Piacenza, Alessandria, Torino, Como, Brescia, Asti e Mantova devono ridurre le emissioni del 50%. Infine, devono ridurre del 40% le emissioni di NO2: Milano, Torino, Palermo, Como, Catania, Roma, Monza, Genova, Trento e Bolzano. Ecco le principali proposte per cercare di raggiungere questi obiettivi:
“Città del 15 minuti” ridisegnare lo spazio urbano a misura d’uomo
Potenziare il Trasporto Pubblico e il Trasporto Rapido di Massa (TRM) con l’adozione di mezzi elettrici
Finanziare la Sharing Mobility
Stop della vendita dei veicoli a combustione
Riqualificazione energetica dell’edilizia pubblica
Low Emission Zones anche per il riscaldamento
Monitorare le pratiche agricole potenzialmente pericolose