“In verità molte associazioni femministe sono impegnate da tempo in una battaglia contro la maternità surrogata, perché la considerano uno svilimento del corpo della donna”.
Ai microfoni di Ricerca italiana, Domenico Menorello, coordinatore della rete Ditelo sui tetti, network di associazioni di impostazione cattolica, avvocato ed ex parlamentare di Scelta Civica.
Ieri, la Commissione giustizia alla Camera ha concluso il voto degli emendamenti alla proposta di legge che considera la maternità surrogata un reato universale, quindi perseguibile anche se commesso all’estero.
I deputati hanno approvato un emendamento proposto dalla maggioranza che prevede che i soli cittadini italiani vengano puniti. “Si tratta di una decisione presa dalla Commissione giustizia della Camera dei Deputati. L’argomento verrà trattato il 19 giugno. La decisione è netta, è vero, ma non è nuova”, spiega Menorello.
“La maternità surrogata è già punita in Italia dalla legge 40. Ma c’è un tecnicismo di natura penalistica che prevede che se un cittadino italiano commette all’estero la stessa azione, la magistratura può perseguire il reato solo se si tratta di una pena più alta o se è previsto che il reato vada perseguito, anche se commesso all’estero”, aggiunge.
L’obiettivo quindi è risolvere questa falla del sistema: “In questo momento, quello che non è possibile fare in Italia, si può fare all’estero. Per intenderci: in Italia non è possibile “comprare” il corpo di una donna perché porti avanti una gravidanza. Se un italiano fa la stessa cosa all’estero, non è perseguibile. Quindi il legislatore ha chiuso il cerchio: se in Italia si ritiene che questa azione sia così grave addirittura da punirla con la reclusione, non si capisce perché, varcando il confine per fare la stessa cosa, l’azione diventa meritoria. Stiamo parlando del mercimonio del corpo della donna e di una bambino: una nuova forma di schiavitù”.
L’opposizione non ha votato gli emendamenti. E la questione della maternità è molto dibattuta tra chi crede che le donne siano libere di scegliere cosa fare del proprio corpo e chi invece ritiene che l’utero in affitto sia moralmente sbagliato.
“Molte associazioni femministe e molte autorevolissime esponenti del femminismo, sono impegnate da tempo in una battaglia contro la maternità surrogata. La considerano uno svilimento del corpo della donna, un tradimento ontologico dello straordinario fatto della maternità, che è fatta anche dalla gestazione e non si può, per molte femministe, “spacchettare”, sulla base di un contratto”, dichiara Menorello.
“Quando c’è di mezzo una persona e parliamo di contratti, rimborsi spese o di prezzi, è evidente che ci stiamo ponendo su un piano in cui le persone non sono tutte uguali. C’è una asimmetria tra chi è più forte e ricco e chi è più debole e povero. Le femministe hanno dimostrato da tempo e denunciato che la maternità surrogata svilisce la donna. Si tratta di un fenomeno che attecchisce dove c’è povertà. Siamo di fronte a uno sfruttamento che non può lasciare nessuno indifferente. Dobbiamo dare alla maternità, alla nuova vita e a tutte le persone, ricche o povere che siano, la stessa dignità, impedendo questo sfruttamento”.
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