Di solito consideriamo la nostalgia un sentimento torbido e possibilmente da evitare, ma la verità è che non possiamo farne a meno. Ora lo conferma anche la scienza.
“Nostalgia canaglia”, cantavano Al Bano e Romina. In effetti, quel sentimento è generalmente considerato portatore di tristezza e negatività, e in quanto tale da evitare a vantaggio di stati d’animo più allegri e solari. Ma è davvero così? Un nuovo studio scientifico a firma di Yuqi Wang, Constantine Sedikides, Tim Wildschut, Ying Yang e Huajian Cai, dimostra una verità diversa.
Dallo studio dei ricercatori cinesi, pubblicato sul Journal of Personality, emerge che la nostalgia tende ad accompagnarsi all’angoscia e serve ad alleviarla. La nostalgia è uno stato psicologico o una tendenza caratterizzata da un desiderio frequente e persistente di esperienze, luoghi o tempi passati. È stato descritto scientificamente per la prima volta alla fine del XVII secolo in una tesi di dottorato presentata a un’università svizzera che descriveva le esperienze di un gruppo di mercenari elvetici che, vivendo in Francia o in Italia, desideravano ardentemente la loro patria. Inizialmente è stato visto come un’afflizione neurologica, in seguito come un disturbo clinico. Vediamo nel dettaglio la nuova scoperta.
La nostalgia può essere sia uno stato d’animo che un tratto della personalità. Come tratto, si riferisce a una tendenza a riaccendere abitualmente bei ricordi, come quelli che coinvolgono la propria infanzia o relazioni strette. Come stato, implica la sperimentazione di quelle emozioni. Diversi studi l’hanno collegata all’angoscia, ma senza chiarire se una nostalgia più forte sia associata a livelli di angoscia più bassi o più alti.
Contrariamente alla visione della nostalgia come afflizione, la ricerca ha dimostrato che le persone con livelli più elevati di nostalgia percepiscono un maggiore sostegno sociale, mantengono meglio il loro benessere e sono più abili nell’usarlo per ottenere benefici psicologici, come un maggiore ottimismo. Yuqi Wang e i suoi colleghi hanno voluto esplorare meglio il legame tra nostalgia e angoscia, per capire se è la prima che causa la seconda, come inizialmente pensato, o viceversa.
Allo studio hanno partecipato 3.167 matricole della Zhejiang Ocean University in Cina, con un’età media di 19 anni. Dalle loro valutazioni è emerso che i livelli di angoscia e di nostalgia sono fortemente associati. In particolare, c’è un’associazione positiva tra il livello di angoscia e quello di nostalgia. A livelli più elevati di nostalgia corrispondono nello stesso momento livelli più elevati di angoscia (e viceversa). Tuttavia, analizzando le associazioni tra nostalgia precedente e angoscia successiva e tra angoscia precedente e nostalgia successiva, si rileva che una nostalgia precedente più elevata era associata a un disagio inferiore 6 mesi dopo. Mentre una maggiore angoscia è stata associata a una maggiore nostalgia 6 mesi dopo. Queste associazioni sono state confermate anche dopo aver preso in considerazione le differenze nei tratti della personalità.
“Questi risultati rivelano che sperimentare un livello più elevato di angoscia in un momento precedente è prognostico della nostalgia successiva, mentre ricorrere alla nostalgia più frequentemente in un momento precedente predice livelli più bassi di angoscia successiva. L’angoscia, sia psicologica che fisica, istiga alla nostalgia. La nostalgia, a sua volta, agisce come un meccanismo protettivo che allevia le conseguenze negative del disagio“, concludono gli autori dello studio.
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