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Salute

Prosecco, attenzione a quello che scegli, non basta la prova dell’assaggio: “Il Salvagente” lo ha analizzato

Arriva l’analisi del prosecco da parte de “Il Salvagente”. Ecco perché è necessario fare attenzione a quelle che scegli

Il Prosecco è uno dei vini italiani più amati al mondo, apprezzato per la sua vivace effervescenza e il suo sapore fruttato. Questo vino spumante è diventato una presenza fissa nelle celebrazioni e nelle festività in tutto il mondo, ed è spesso scelto come compagno ideale per brindisi e momenti di gioia.

Ecco che cosa c’è dentro il prosecco: i risultati delle analisi – ricercaitaliana.it

Tuttavia, non tutte le tipologie di Prosecco sono uguali, e l’attenzione verso ciò che si acquista diventa fondamentale. È importante fare ricerche e assicurarsi di scegliere bottiglie di qualità. In questo contesto, l’analisi de “Il Salvagente” sulle varie bottiglie di Prosecco più vendute diventa estremamente utile. Grazie a questo studio, possiamo conoscere i dettagli e le valutazioni di diversi marchi di Prosecco, aiutandoci a prendere una decisione consapevole e soddisfacente.

Ecco cosa rivelano le analisi sul Prosecco

Il Prosecco è universalmente conosciuto come il vino che dà il via a un pranzo o a una cena di festività. La sua freschezza e leggerezza lo rendono l’accompagnamento ideale per antipasti, frutti di mare e dolci. Tuttavia, per stabilire cosa rende un prosecco veramente eccellente, il semplice test dell’assaggio potrebbe non essere sufficiente.

Ci sono molti fattori da considerare, come l’origine delle uve, il metodo di produzione e la qualità complessiva del vino e, ovviamente, la possibile presenza di sostanze pericolose. Ed è proprio per questo motivo che abbiamo deciso di condividere i risultati dell’analisi condotta da “Il Salvagente” sui migliori prosecco, quelli amati dagli italiani. Ecco che cosa è emerso e quali sono le sostanze dannose che sono state trovate nelle maggiori marche di Prosecco.

Attenzione al prosecco che scegli: cosa dice l’analisi – ricercaitaliana.it

L’indagine ha analizzato 18 bottiglie di prosecco provenienti dai principali marchi, tra cui Martini, Carpenè Malvolti, Sant’Orsola, Astoria, Maschio e Mionetto. Nel complesso, i risultati relativi ai pesticidi sono incoraggianti. Solo un vino, La Gioiosa Valdobbiadene Prosecco Superiore, è stato considerato mediocre a causa della presenza di 4 sostanze.

Fortunatamente, nessun campione ha superato i limiti di pesticidi consentiti per legge. Tuttavia, alcune sostanze come folpet, boscalid, metalaxil e pyrimethanil, che possono rappresentare un rischio per la salute, sono state rilevate in alcuni casi.

Le analisi di laboratorio sui 18 campioni di prosecco hanno mostrato quindi risultati migliorati rispetto al 2018. Nonostante la valutazione complessiva sia mediamente positiva, con solo un prodotto giudicato mediocre, sono state rilevate alcune sostanze indesiderate. Tra queste vi sono i solfiti, utilizzati come conservanti negli alimenti.

Ecco cosa è emerso dalle indagini- ricercaitaliana.it

Anche se nessuna bottiglia supera la soglia limite, tutte presentano livelli sopra i 100 mg/l, che possono causare il classico mal di testa post-consumo. Tra le sostanze indesiderate vi è anche il boscalid, un fungicida appartenente alla classe Sdhi. Coloro che soffrono di Alzheimer o malattie respiratorie-mitocondriali risultano essere particolarmente vulnerabili a questa sostanza, ragion per cui è sconsigliato il consumo. Fortunatamente, nel nostro test è stato trovato solo in tracce, quindi in quantità minima.

Tra gli elementi trovati durante l’analisi, è stato individuato anche il metalaxil, un fungicida considerato pericoloso per l’ambiente e per l’uomo, oltre ad essere un sospetto mutageno. Segnalata anche la presenza di pyrimethanil, che risulta essere possibilmente pericoloso per il fegato, le ghiandole surrenali, la vescica, la tiroide e i reni. Infine, le analisi hanno rilevato il folpet. Si tratta di un fungicida utilizzato per combattere i parassiti nell’uva, ma che risulta tossico per gli organismi acquatici. Potrebbe essere addirittura un potenziale cancerogeno per l’essere umano.

Gianluca Merla

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