Ci sono brutte notizie per quanto riguarda eredità e successione. In arrivo nuovi obblighi dall’Unione Europea. Ecco cosa succede
La burocrazia è da sempre uno degli ostacoli più temuti dai cittadini, un labirinto intricato che sembra rallentare ogni processo. E purtroppo, la situazione non sembra destinata a migliorare.
Infatti, dall’Unione Europea sono in arrivo nuovi obblighi che riguardano il delicato tema dell’eredità e della successione. Nel resto dell’articolo, esploreremo in dettaglio cosa sta succedendo e come questi nuovi regolamenti potrebbero influenzare i cittadini e le loro famiglie.
Quando un parente ci lascia, soprattutto se si tratta di genitori o nonni, ci si ritrova spesso coinvolti in intricate pratiche di successione dei loro averi. Purtroppo, la situazione burocratica e fiscale che circonda l’eredità sta diventando sempre più pesante, e le recenti decisioni provenienti dall’Unione Europea non fanno che complicare ulteriormente le cose. Nel resto dell’articolo, esploreremo più in dettaglio le nuove normative e le loro implicazioni, cercando di comprendere come affrontare al meglio questa complessa situazione.
L’Unione Europea sta pianificando l’introduzione di una nuova tassa sull’eredità e sulla successione. Questa, in realtà, prevede un semplice aumento dell’imposta introdotta precedentemente. L’intenzione dell’Unione è quella di aumentare considerevolmente le entrate, in modo da ridurre l’impatto delle spese extra degli ultimi anni.
La nuova normativa Ue nasce dalla necessità di affrontare lo squilibrio previsto tra il numero di lavoratori attivi e le spese da sostenere. Attualmente in Italia, l’imposta sulle eredità e successioni per i parenti diretti come figli o genitori è del 4% per importi superiori a un milione di euro. In altri Paesi dell’Unione, invece le aliquote risultano essere più alte e vengono applicate a franchigie più basse: nella maggior parte dei casi queste si aggirano intorno ai 500.000 euro.
Aumentare la tassazione su eredità e successioni potrebbe generare entrate significative per i bilanci, compensando le future perdite previste nei prossimi anni.
La nuova direttiva europea sulla ristrutturazione obbligatoria delle abitazioni prevede un percorso graduale per migliorare l’efficienza energetica degli edifici. Entro il 2030, tutti gli edifici residenziali dovranno raggiungere almeno la classe energetica E, entro il 2033 la classe energetica richiesta sarà la D, e entro il 2040 si dovrà raggiungere un livello di emissioni zero.
A partire dal 2023, sarà obbligatorio ristrutturare tutti gli edifici e le case con una classe energetica inferiore a E (come F e G) per ridurre le emissioni inquinanti. Tuttavia, alcune categorie di immobili come edifici di pregio artistico, edifici storico-architettonici, edifici di culto e seconde case sono esenti da tale obbligo di ristrutturazione.
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