Tanti genitori si trovano in difficoltà quando hanno un figlio che non vuole fare i compiti. Non ci si deve però perdere d’animo se questo dovesse accadere, risolvere è possibile.
Essere genitori non è mai semplice, specialmente quando iniziano ad andare a scuola ed è importante educarli a quelli che per loro sono dei doveri. Molto spesso alcuni faticano a essere ligi a rispettare orari e non solo, anzi possono iniziare a essere insofferenti per attirare l’attenzione degli altri, atteggiamento che comunque non dovrebbe essere condannato con rimproveri pesanti.
Decisamente frequente è la situazione di un figlio che non vuole fare i compiti, magari perchè non ama quella materia o l’insegnante e desidera così dimostrarsi ribelle. Una mamma o un papà possono essere portati a perdere la pazienza se il comportamento dovesse persistere, ma non è questa la maniera migliore di agire.
Hai un figlio che non vuole fare i compiti e non sai come gestire la situazione? Il tema è spesso oggetto di dibattito tra i genitori, che si dividono tra chi ritiene importante, soprattutto in tenera età, affiancare i bambini in modo tale che venga fatto quanto assegnato, e chi invece preferisce renderli indipendenti anche in questo ambito.
Addirittura ci sono mamme e papà che si sostituiscono al figlio e arrivano a fare i compiti al posto suo. Si tratta di un modo di agire frequente, ma che dovrebbe essere interrotto all’istante, secondo quanto emerso da uno studio riportato dall’ANSA ed effettuato dall’Università della Finlandia orientale e di Jyvaskyla. Questo porta infatti il bambino a credere di non essere capace e gli impedisce di misurarsi davvero con l’esterno, come dovrebbe considerare la scuola e i doveri a essa collegati.
Non si dovrebbe nemmeno correggere i compiti che lui/lei ha fatto da solo per poi farli copiare in bella copia da un’altra parte. Si arriva a generare ansia nel bimbo, come se lui non potesse sbagliare, oltre a compromettere il rapporto con l’insegnante. Eventuali errori dovrebbero essere segnalati dal docente di turno, in modo che possa capire in maniera autonoma dove ha sbagliato.
Chi ha un figlio che non vuole fare compiti potrebbe essere scoraggiato e pensare che difficilmente potrà risolvere. Fortunatamente non è così, nonostante alcuni arrivino addirittura a mentire e a sottolineare di avere svolto quanto assegnato interamente. Alcuni bambini ammettono di non averli fatti solo se sanno bene che andranno incontro a un castigo.
Minacciare di punirli è però sbagliato secondo la psicologa Stefania Andreoli, che ha affrontato il tema in occasione del suo intervento a ‘Catteland’, trasmissione condotta da Alessandro Cattelan. Una menzogna può infatti essere “naturale”, a maggior ragione quando si è piccoli. Come ha sottolineato la dottoressa, già a due anni e mezzo i bimbi imparano a dire bugie e portano avanti questo per tutta la vita, se sono sinceri è solo perché decidono consapevolmente di esserlo.
Basti pensare, ad esempio, a un figlio che dice a mamma o papà: “Non ti voglio più bene“, ovviamente, salvo casi particolari, non corrisponde al vero. Non si può quindi pretendere la verità da un figlio solo perché così sa che eviterà un castigo. Il suo intento è solo quello di cercare di sottrarsi a un dovere e passare qualche ora in modo diverso, è quindi importante che un genitore non pensi alla bugia che ha ascoltato, ma provi a mettere nella sua prospettiva.
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