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Green

Cemento? No! Ecco come saranno costruite le case del futuro

Per anni molti esperti nella comunità immobiliare hanno riconosciuto l’urgente necessità di cambiamento. Analizziamo il fenomeno della vulcanizzazione e perché potrebbe rivoluzionare il modo di costruire le case in futuro.

Man mano che il tempo passa si cercano sempre più soluzioni green da adottare nel nostro quotidiano. La costruzione delle case è solo un piccolo esempio di questo: in un futuro neppure troppo lontano, infatti, le nostre abitazioni potrebbero essere costruite in maniera completamente innovativa, dalle fondamenta fino al tetto!

I ricercatori stanno sviluppando materiali che offrono prestazioni migliori o che calpestano più leggermente il pianeta, e idealmente fanno entrambe le cose. Nel prossimo futuro, i materiali naturali tra cui canapa e micelio, nonché quelli sintetici come la fibra di carbonio e la plastica ad alte prestazioni potrebbero svolgere un ruolo molto più importante nel processo di costruzione.

I danni dei materiali da costruzione

L’inquinamento generato dall’attività umana provoca milioni di morti ogni anno. Molti di questi inquinanti, come il particolato fine nell’aria ei metalli, provengono da processi industriali, attività minerarie e trasporti. C’è un urgente bisogno di attuare normative efficaci unite alla collaborazione dei grandi produttori per ridurre l’inquinamento. Per facilitare questo cambiamento, è necessario lo sviluppo di nuove tecnologie accessibili.

Nell’ultimo secolo, molte malattie acute e croniche sono aumentate a causa della presenza di alcuni metalli nell’aria, nell’acqua e nel suolo, rilasciati da una varietà di industrie. Un esempio di avvelenamento da metalli di massa si è verificato recentemente in Nigeria nel 2010, dove più di 400 bambini sono morti per gli effetti dell’avvelenamento da piombo dovuto alle attività minerarie, nonostante le severe normative tipicamente imposte sull’uso e il rilascio di piombo. Anche metalli come il cromo e il cadmio possono causare gravi effetti negativi sulla salute degli esseri umani e sono pertanto anch’essi strettamente regolamentati.

Per soddisfare queste normative, sono state inventate diverse tecnologie per aiutare a rispettare questi obblighi ambientali. Questi includono la precipitazione chimica, la coagulazione, la tecnologia delle membrane, lo scambio ionico e la precipitazione elettrochimica. L’efficacia di questi metodi è influenzata da fattori quali il pH, la temperatura, la forza ionica e la concentrazione di materia organica nell’acqua contaminata.

Condominio in costruzione – Foto di Steffen Coonan/Pexels.com

Negli ultimi anni, è stata prestata molta attenzione alla rimozione dei metalli dall’acqua, dal suolo o dal gas utilizzando polimeri sintetizzati mediante vulcanizzazione inversa. Questi tipi di polimeri sono costituiti da catene di zolfo reticolato con un comonomero organico, contenente tipicamente il 30-80% in peso di zolfo. Un metodo per sintetizzare questi polimeri prevede il riscaldamento dello zolfo a una temperatura > 159 ° C, promuovendo la polimerizzazione ad apertura dell’anello dello zolfo elementare.

Una alternativa concreta e sostenibile

I recenti progressi nella tecnologia del vitrimer e nella vulcanizzazione inversa possono fornire un percorso sostenibile per il riutilizzo dei polimeri, creando materiali con legami incrociati chimicamente reversibili e intercambiabili. Uno degli aspetti più promettenti della vulcanizzazione inversa è che utilizza un materiale di scarto (zolfo elementare) dell’industria petrolchimica, che viene attualmente utilizzato per produrre acido solforico, sebbene l’offerta superi la domanda. C’è stata una notevole quantità di lavoro nel combinare lo zolfo di scarto con gli alcheni ottenuti dalla lavorazione della biomassa, fonti rinnovabili o flussi di rifiuti industriali deviati. In questo modo due sottoprodotti di processi industriali possono essere combinati per generare un materiale a valore aggiunto.

il settore immobiliare dovrebbe essere sostenibile, ottimizzato per produrre zero emissioni di carbonio in ogni aspetto, dalla costruzione alle operazioni. L’impatto ambientale del patrimonio immobiliare è evidenziato dal fatto che gli edifici rappresentano il 40% delle emissioni globali di gas serra, il 50% del consumo mondiale di energia e il 40% delle materie prime. Se vogliamo raggiungere gli obiettivi net zero carbon, dobbiamo accelerare l’azione; azione che richiederà la riqualificazione energetica su larga scala degli edifici esistenti più vecchi e, soprattutto, la ristrutturazione o il riutilizzo degli edifici piuttosto che la demolizione.

Il patrimonio immobiliare dovrebbe anche essere resiliente, capace di adattarsi a qualsiasi esigenza possa sorgere, mitigando gli effetti di eventi naturali e causati dall’uomo imprevisti, come le crisi climatiche, finanziarie e sanitarie, e di preservare l’identità culturale delle comunità. I beni devono resistere a una varietà di shock imprevedibili ed essere flessibili per adattarsi ai mutevoli modelli di vita e di lavoro durante l’intero ciclo di vita. E infine il settore immobiliare dovrebbe essere accessibile, con alloggi, trasporti e servizi essenziali a disposizione di tutti.

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